Regia di José Mojica Marins (Zé do Caixão) vedi scheda film
Terzo capitolo della trilogia su Zé do Caixão diretto (e interpretato) da José Mojica Marins ad oltre quarant'anni di distanza...
Dopo quarant'anni di reclusione, Zé do Caixão (José Mojica Marins) viene dimesso dal carcere. Riprende, con il supporto del fedele Bruno, a sequestrare ragazze alla ricerca di quella che possa darle un figlio ideale. La polizia è di nuovo sulle sue tracce a seguito dell'aggressione fatta ai danni di un colonello dal grilletto facile contro i bambini costretti alla malavita. Zé, tra un omicidio e l'altro, ha spaventose visioni -provocate dal rimorso- durante le quali vede i fantasmi di Terenzinia, Laura e Lenita.
"Zé do Caixão, le nostre guide hanno mandato un messaggio alla Morte col nero mantello: voi! Sono i defunti tormentati che gridano il vostro nome e chiedono vendetta! E coloro che non vi lasceranno avere ciò che volete. Possiamo lanciare un incantesimo per sciogliere la maledizione. Ma voi dovete avere fede. Voi ne avete, Zé do Caixão?" (Le due streghe cieche)
Il capitolo conclusivo della trilogia su Zé do Caixão, anticipato da A mezzanotte prenderò la tua anima (1963) e Questa notte mi incarnerò nel tuo cadavere (1967), viene diretto da Marins ad oltre quarant'anni di distanza ma con precisa continuità narrativa, facendo anche ricorso a sequenze estratte dai due film precedenti. Inoltre qui il regista dispone di un buon budget (distribuisce 20th Century Fox) che gli permette di mettere in scena impressionanti effetti gore e splatter. Mojica dirige (e recita) con convinzione, passa da una scena all'altra tramite dissolvenze a schiaffo e amplifica al massimo la sua macabra poetica forte di una ritrovata energia dovuta -probabilmente- alla riscoperta (e rivalutazione) internazionale del suo cinema grazie alla distribuzione home video dei suoi lavori ad opera della Something Weird Video.
La bella fotografia valorizza scene da puro Grand Guignol, tipo quelle con ganci ed uncini che trafiggono prima la carne dei poliziotti catturati dal clan di Zé, poi i supplizianti, osservati dallo sconvolto becchino, in un viaggio allucinato a metà zona dell'Altrove, ovvero né in Paradiso, tantomeno al piano inferiore, ma in un Purgatorio nel quale le sofferenze inflitte ai trapassati si avvicinano però di molto a quelle dei gironi dell'Inferno dantesco. Nudi di circostanza (con un amplesso contorto sotto una pioggia di sangue) si accostano ad una insistita misoginia (le poliziotte, ad esempio, subiscono un trapasso indescrivibile ad opera di blatte e topi) nel rispetto di una cinematografia scorretta e amorale e, stavolta grazie all'uso del colore e al rilassamento della censura, ben più cattiva dei pregressi "romantici" in bianco e nero. José Mojica Marins si trova ancora a suo agio nel ruolo di Zé do Caixão e da qui libero sfogo a tutta la sua (fino ad allora) sopita -ed evidentemente repressa- voglia di stupire con una messa in scena disturbante ma tecnicamente pregevole, ben realizzata e in grado di dare corpo ad un film stilisticamente perfetto.
Citazione
"Cos'è la morale umana se non una prigione di vuote convinzioni e bugie?" (Zé do Caixão/José Mojica Marins)
Distribuzione italiana
Disponibile in Dvd grazie alla Dynit, che lo ha inserito nel cofanetto Coffin Joe Collection (vol. 3 di 3). Ottima la qualità video (1.78:1) ed audio (portoghese 5.1 con sottotitoli in italiano). Interessanti anche gli extra composti da: un estratto dal film Perversao, ed il video sui Sepultura (live); interviste a José Mojica Marins, Paolo Duarte, Marina Person, Rogerio Fabriz, Rubens Ewald Filho. Durata della versione: 1h29m44s.
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