Regia di Hayo Freitag vedi scheda film
Un bosco incantato, un castello pauroso, una terribile strega, l’orfanella rapita e tre barbuti briganti. Gli ingredienti di questa pellicola sono quelli della fiaba classica, che non si vergogna di rivolgersi ai bambini più piccoli, seducendo con la grazia del disegno anche gli adulti. L’inquadratura è trattata come una tavola pittorica, dove l’iconografia si giova dei risultati raggiunti dagli illustratori di libri per l’infanzia. E la costruzione dell’immagine deve molto alla messa in scena teatrale, dove luci e bagliori improvvisi illuminano l’azione o un particolare del paesaggio. Il risultato è un cartoon che pulsa di mille colori e che si compone di immagini ampie, che vanno percorse lentamente con lo sguardo. Irriverente, poetico, scanzonato, a volte surreale: tratto dal romanzo di Tomi Ungerer, questo cartone animato di produzione tedesca omaggia lo spirito anarchico dei bambini con un gran finale a torte in faccia. Nello stesso tempo, il film di Hayo Freitag è capace di raccontare le crudeltà degli adulti e il ricatto sentimentale che grava sull’infanzia: «Niente barbabietole, niente amore» è il motto crudele della Maestra che sfrutta il lavoro minorile dei piccoli orfani.
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