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Shanghai Baby

Regia di Berengar Pfahl vedi scheda film

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La recensione su Shanghai Baby

di FilmTv Rivista
4 stelle

Tratto dal best seller omonimo di Zhou Wei Hui, Shanghai Baby rischia di passare alla storia solo per essere la prima coproduzione cinematografica cino-tedesca. Nella vicenda di Coco (Bai Ling), aspirante scrittrice che vive la sua vita come se fosse un romanzo, tutto è enunciato da una voce fuori campo che il doppiaggio italiano peggiora oltre ogni dire. Divisa tra un pittore impotente e un manager tedesco ipersessuato con moglie e prole a carico, Coco c’informa dei suoi processi emotivi e intellettuali («quando ballo la mia ispirazione letteraria si libera», tra le tante perle) e discetta di Milan Kundera (la leggerezza dell’essere). Da qualche parte ci dovrebbe essere una riflessione sulla Cina contemporanea divisa fra tradizione e modernità. Ma non si vede. Distribuito in digitale dalla Delta Pictures, operazione interessante che dovrà fare i conti con l’inadeguatezza delle sale italiane (uno spettatore sulle prime immagini esclama verace: «Sembra n’episodio de Derrick!»), Shanghai Baby è incentrato su Bai Ling che produce esecutivamente e si mostra con generosità. Il resto, se ce ne fosse, è softcore al neon. Per dirla con Coco: ah, l’insostenibile pesantezza delle coproduzioni neoespansionistiche!

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 38 del 2008

Autore: Giona A. Nazzaro

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