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Outlander. L'ultimo vichingo

Regia di Howard McCain vedi scheda film

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La recensione su Outlander. L'ultimo vichingo

di supadany
6 stelle

Pastiche di una serie di fattori già visti in tanti film di avventura e fantascienza che hanno segnato l’immaginario collettivo, da “Alien” a “Predator” senza dimenticarsi “Conan”, ma si ritrovano echi di tante altre pellicole.

Il risultato non è malvagio, ed il rischio è alto quando si mettono insieme elementi così distanti; tutto sommato il regista è riuscito a mantenere un buon equilibrio d’insieme, mescolando scene d’azione a momenti epici, per la cronaca non di alto livello, effetti speciali a momenti più, o forse anche troppo, sentimentali e decisamente prevedibili.

Sicuramente non ci annoia, sempre se si apprezzano i precursori, purtroppo manca inevitabilmente di originalità (originale è il binomio tra fantascienza ed ambiente epico, ma lo sviluppo generale della trama è invece scontato), ma il difetto più evidente rimane una sceneggiatura un po’ ingenua in più frangenti, particolare tipico di troppi film medi che pur di star dietro alle esigenze del copione danno vita a dei non sense decisamente troppo forzati (giusto per fare un esempio, vedi la sopravvivenza oltre ogni limite della “principessa” nella tana, o meglio dire dispensa, del drago).

Tolti questi difetti, peraltro facili da attendersi, il resto funziona leggermente sopra le previsioni.

Il ritmo è buono, l’ambientazione è resa in maniera efficace (la fotografia non rischia soluzioni d’avanguardia, in questi casi spesso deludenti alla resa dei conti, ma è decisamente viva e funzionale al contesto), senza tralasciare che Jim Caviezel (ma anche John Hurt ed in piccola parte Ron Perlman) sono sicuramente degli attori sopra la media di quanto solitamente questo genere di film, soprattutto quando non di prima fascia, riesce a regalare.

Nel complesso più che sufficiente, il divertimento sul versante spettacolare, per quanto di routine, non manca affatto.

 

 

Howard McCain

Lavoro da onesto mestierante e diciamo pure che è quasi il massimo che ci si potesse aspettare, per quanto di lacune ce ne siano diverse.

James Caviezel

Un pò sprecato, ma questa è una costanza della sua carriera.

Per il resto è decisamente bravo per il ruolo.

Sophia Myles

Sufficiente, ma non lascia un ricordo indelebile.

Jack Huston

Interpretazione più che sufficiente.

Ron Perlman

La parte è piccola però si nota.

John Hurt

Ruolo da saggio senza particolari ambizioni, ma lui si presta bene al gioco e alla fine funziona egregiamente.

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