Regia di Mel Brooks vedi scheda film
Mel Brooks, non senza una discreta dose di presunzione, riprende in mano un testo russo di inizio Novecento firmato da Arnoldovic e Petrov (Le dodici sedie) per questa che è la sua seconda pellicola come regista. Sua è la sceneggiatura, sua una particina marginale e suo è il memorabile tema del film, Hope for the best, expect the worst. Considerando che si è trattato di un lavoro sostanzialmente su commissione e senz'altro meno ispirato della media, non ci si può lamentare affatto, anzi. Il risultato è ancor più apprezzabile se lo si paragona con quello ottenuto da Luciano Lucignani e Nicolas Gessner l'anno precedente (1969, Una su 13: cambiava il numero delle sedie, ma anche buona parte della trama della 'caccia al tesoro'). Qui la commedia si attiene al testo originale e va riconosciuta notevole sobrietà a un regista troppo spesso sottovalutato quale Brooks, che mostra appieno le sue doti di cineasta per la circostanza. Il ritmo è gradevole, il finale dolceamaro; Ron Moody e Frank Langella sono un'accoppiata di protagonisti vincente. In altri ruoli compaiono anche Dom DeLuise, Andreas Voutsinas e David Lander. Tutto sommato una visione piacevole ancora oggi. 6,5/10.
Per la Russia di inizio '900 vagano 12 sedie che appartennero a un nobile decaduto dopo la rivoluzione; nascosto nell'imbottitura di una di esse c'è un vero e proprio tesoro di gioielli. Il nobile parte alla caccia con un intraprendente e giovane aiutante, ma arrivati all'ultima sedia scoprono che i gioielli sono già stati trovati da un pezzo.
(Re-visione 1/10/21)
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