Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Un toccante esempio di nuovo realismo, che trasforma magicamente in arte anche i meno poetici sprazzi di vita quotidiana, fatti di ventilatori rotti, spese condominiali, tazze di camomilla e pillole per la pressione. In questo film la terza età è presentata come un forzato protrarsi della vita, una condanna a stare al mondo anche quando ciò non ha più senso, né per sé, né per gli altri. Tutto si riduce ad un rimuginare - a tratti triste, a tratti allegro - sul proprio passato, mentre ciò che non si è incrostato come abitudine è ammuffito nel ricordo. L'anima della vecchiaia è l'ombra dell'esistenza che fu; è come la voce appannata di un disco suonato troppe volte, e porta il fascino arrochito ed ansimante di un desiderio esanime, che è, ormai, solo un miraggio della memoria.
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