Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Che dire? Forse anche Raffaello sbagliò qualche affresco, quindi figuriamoci se non si può perdonare a Di Leo l' aver sbagliato una pellicola, tanto più in un genere che non rientrava fra le sue corde. Già il fatto che alle pareti del salone di una clinica psichiatrica siano appese armi da taglio alla portata di chiunque la dice lunga sulla credibilità della storia. Aggiungiamoci un ritmo piuttosto lento (per assistere al primo omicidio bisogna attendere 32 minuti!), la scelta di privilegiare le sequenze erotiche a discapito della suspense e una recitazione spesso approssimativa. Tra le cose da salvare: le scenografie, la fotografia di Franco Villa, la bellezza delle attrici (da segnalare anche una radiosa Monica Strebel) e un finale truculento ma dotato di una sua forza.
Tutti elementi che se, comunque, non bastano a risollevare il film, quanto meno gli evitano la stroncatura più totale.
Di Silvano Spadaccino... Passabile.
Voto:5,5
Consideriamolo il classico incidente di percorso. Per fortuna sua (ma anche nostra...) con il thriller non ci ha più riprovato.
Si aggira accigliato tra i corridoi della clinica pronunciando poche battute. E pensare che dovrebbe essere il protagonista...
L' unica delle attrici a non spogliarsi. Senza infamia e senza lode.
Lei invece si spoglia eccome! Diciamo che il ruolo della ninfomane le viene abbastanza bene...
Bellissimo corpo, la recitazione è un' altra cosa.
Sembra più un maggiordomo che un illustre clinico, ma non è certo il peggiore.
Dignitosa.
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