Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
C'è quasi da ammirare il regista Di Leo, per come ha dovuto cercare un pretesto narrativo per far spogliare in serie tutti questi personaggi femminili. Il risultato, tuttavia, è tra i più penosi che il cinema italiano anni Settanta ci abbia lasciato in eredità: non è un giallo, non è un thriller né tanto meno un horror; è una sbobba erotica difficile da ingoiare. Kinski si aggira spaesato tra le stanze della clinica più assurda che ci sia stato dato di vedere sugli schermi cinematografici. Difficile riconoscere in questo film il futuro regista di "Milano calibro 9". Scrive Marco Giusti che «Kinski, incappucciato come si conviene, uccide le ragazze di un istituto per psicopatiche usando le armi più assurde», mentre Mereghetti informa che il film «punta tutto sul satanico Kinski (che però, sorpresa, non è l'assassino)». A chi legge non resta che sorbirsi questa tortura cinematografica, per scoprire quale dei due insigni critici non abbia visto il film.
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