Regia di Stefano Tummolini vedi scheda film
È un'assolata mattina di Giugno e Salvatore (Antonio Merone) si appresta a trascorrere una giornata al mare. Salvatore è un omosessuale e prima di arrivare sulla spiaggia, tra le dune di sabbia che possono nasconderlo da occhi indiscreti, ha modo di consumare un veloce rapporto sessuale con uno sconusciuto (Michele D'Aiello) senza provare alcun coinvolgimento emotivo. Tra i diversi incontri di una giornata tipo, quello con Daniela (Lucia Mascino) servirà a chiarirgli un pò di cose sulla sua condizione esistenziale.
L'altro pianeta inizia in mezzo a delle dune di sabbia, un posto in cui si consumano amori clandestini e si cercano cenni di adesione emotiva. L'altro pianeta è quella spiaggia in cui la varia umanità può dar vita a un valzer di solitudini che si rincorrono, corpi che si desiderano e maschere che si lasciano cadere. L'altro pianeta è rasente il mare, perchè il mare ti porta via i pensieri bui, rischiara il passato e rappresenta sempre una possibile via di fuga. L'altro pianeta è quella terra di mezzo dove solo è possibile incontrarsi senza inganni. Stefano Tummolini fa un esordio di gran classe con un film, che dapprima sembra schiavo dei soliti clichè sull'universo omosessuale, ma che poi ti coinvolge in un crescendo di emozioni a mano a mano che si va oltre le apparenze dei protagonisti e si entra dentro il loro umanesimo. Zavattiniano nell'applicazione del metodo che basta seguire gli uomini per ricavarne storie sorprendenti, "Un altro pianeta" affonda la lama nel ventre molle di un paese che è sempre troppo imbrigliato nei suoi retaggi clerico fascisti (la commissione della Cei che si occupa di valutare i film lo ha giudicato"inaccettabile") per accogliere indisturbato un film che tratta con una disinvoltura disarmante e un linguaggio tendente al verismo più puro (assicuro che non c'è nulla di più vero del napoletano Salvatore in fatto di rappresentazione psicologica di un personaggio attraverso il suo idioma) temi caldi quali l'amore sincero tra omosessuali, la sieropositività, la contraccezione e la mancata riconoscibilità giuridica delle coppie omosessuali. Girato in pochissimi giorni e con un badget ridottissimo, Tummolini ha dimostrato che si può fare del buon cinema anche solo se si hanno delle belle storie da poter raccontare e il talento per saperle rappresentare. È un film alieno rispetto alla grande maggioranza delle produzioni correnti, sia per i contenuti che tratta, che per la sincera pulizia delle immagini. È un film sull'amore puro raccontato senza retorica e senza orpelli formali. Film da segnalare e autore da tenere d'occhio.
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