Regia di Sylvie Verheyde vedi scheda film
Diciamo che questo film, per quanto mi riguarda, partiva favorito dai pronostici, avendo il sottoscritto un debole per questo tipo di canovaccio: l'adolescente outsider alle prese con un mondo tutto da decifrare. E Stella non ha deluso le attese. Una protagonista azzeccata, una sceneggiatura capace di dare spessore anche ai personaggi secondari, una regia equilibrata che sa rendere la soggettività della giovanissima protagonista emancipandosi tenacemente ed elegantemente dai possibili modelli di riferimento: Van Sant e Dardenne, agli antipodi quanto l'interno dall'esterno, il nascosto dall'evidente, l'incomprensibile dal manifesto. La Verheyde si pone a metà strada, distinguendosi per versatilità, leggerezza e soprattutto amore incondizionato per la sua eronia alter-ego. Colonna sonora tanto straniante, fra elettronica e classici francesi e italiani, che rende inattendibile il dato storico (la vicenda è ambientata nel 1977) per significare la continuità inter-generazionale, la perenne attualità di un'adolescenza i cui attori ed attrici non hanno ancora smarrito lo stupore di fronte ad uno sviluppo emotivo ancora tutto da esperire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta