Regia di Adrian Sitaru vedi scheda film
E' un curioso film rumeno, appartenente al cinema minimalista e antispettacolare, che punta su personaggi e situazioni tralasciando molti orpelli del cinema commerciale. Devo dire che il regista riesce andare a fondo dei primi e delle seconde, cogliendo abbastanza bene atteggiamenti e psicologie dei personaggi che ritrae. Con ciò intendo che sembra di vedere persone comuni nella loro umanità, rappresentate in modo schietto e realistico. Ognuno è colto nelle sue miserie e ipocrisie, nel suo nascondersi dietro a un dito dagli altri e forse da se stesso. Già la situazione base è piuttosto misera, cioè una donna sposata in giro con il suo amante, con il quale ha per di più un sacco di problemi, più forse di quanti ne abbia col marito. Quindi all'inganno si aggiunge anche uno stato di profondo disagio e sofferenza. La prostituta che incontrano, espansiva e allegra, è in realtà una donna di sottile pefidia, perché con la maschera dello scherzo, o al massimo facendo la maldestra e l'invadente, semina divisione e discordia tra i due. Si lavora ciascuno dei due separatamente: fa domande indiscrete, sparge sospetti reciproci, cerca di ricattare entrambi perché facciano sesso con lei, dice un sacco di balle (a cominciare dal suo nome).
E' un film sicuramente pessimista, ma non di quel tipo acido e disperato che non è raro vedere nel nuovo cinema dell'Est Europa. I dialoghi sono pungenti, gli attori bravi, la regia attenta. Lo stile è piuttosto nervoso e inquieto, e fa ampio uso della soggettiva. La fotografia è in digitale, tecnica che non mi piace, ma che volete. Per certi aspetti sembra un'opera amatoriale girata tra amici in una domenica in campagna. E' fatta bene, però, e la si segue volentieri anche per sapere come andrà a finire. Belle le due attrici.
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