Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
La parabola decadente di un uomo che si autodefinisce "un pezzo di carne maciullata" , questo è "THE WRESTLER", una storia a stelle e strisce appassionante, che annega i contenuti nel mare delle sofferenze e i tormenti umani.Randy "the ram" Robinson è un uomo che(soprav) vive per il pubblico,quello acclama,applaude ed inveisce contro di te,uno strumento che mantiene "vivo".Una vita costruita all'interno del ring, e uno "sport":il wrestling,matrice di spettacolo gratuito:pugni,calci,lanci e ferite, sono "l'arte" di questo "baraccone" ,dove la carne maciullata è la migliore offerente,nei corpi abbronzati e anabolizzati.Arronofsky e Rourke si miscelano, offrono a noi uno "talk-show" dalle tinte amare.Tutto è sorretto da una regia solida, il ring come teatro della vita,fuori è tutto amarezza e solitudine.Rourke veste i panni del reietto,nell' interpretazione sofferta e pura,specchio della sua vita reale. Il suo animo è l'alter-ego degli eccessi di "The Ram".Uno spirito che fuori dal ring è metafora dell'emarginazione,un disadattato reso empatico dalla regia.L'egoismo di Randy è tutto al naturale, eccessivo nell' autodistruzione innata,che spinge lontano dagli AMORI veri.Arronofsky ha l'enorme merito d'innescare una spettacolarizzazione "chimica" nelle scene di lotta.Un megateatro della "violenza" di un MITO del pubblico,un "freak" pompato, relazionato ai sentimenti come fossero una patina.Il centro della storia è il rapporto di Randy con due donne:la spogliarellista Pam e la figlia Stephanie.Due rapporti controversi,di amore e odio, un non voler scendere a patti con l'emozione per paura di "farsi male".I dolori del ring diventano allora un anestetico del dramma interiore.Randy si accorge di essere solo uno strumento di divertimento,un burattino al servizio dell'acclamazione altrui.La vita REALE non è per lui,"manichino" per gli altri,ma non per chi lo ama.Una vita buttata al vento si puo' "redimere" solo al centro del ring,dove il cuore spezzato dalle droghe e dai dolori,si offre per L'ULTIMA VOLTA al rivale storico Ayatollah, e al pubblico fruitore del "patinato" THE RAM. .Il dramma forte appassionante si conclude al centro del ring.Una parabola umana decadente,registicamente ineccepibile,un po stereotipato in passaggi prevedibili,sopratutto nelle relazioni umane di Randy.Questo non inquina affatto il film,chi buca lo schermo è Mickey Rourke,novello martire di se stesso,nel reale come sul grande schermo.Una sintesi dell'autodistruzione che si ricicla agli occhi del pubblico,cogliendone il plauso generale.Un personaggio di quelli che spacca lo schermo,nel corpo sfatto dalle droghe e dalla solitudine. .Il LEONE D'ORO vinto a Venezia è sopratutto suo,d'un fantastico "freak" , ex sex simbol ,ormai reietto del grande schermo,che grazie a uno script solido e una regia notevole riesce ad entrare nei nostri cuori.....MITICO.
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