Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Lancinante, doloroso come un pugno allo stomaco il travaglio psicofisico di questo Wrestler. Aronofsky ci offre il ritratto di un derelitto che vive l' esatto opposto del sogno americano, un vecchio lottatore caduto in disgrazia, drogato, mezzo alcolizzato e con alle spalle un infarto ed una famiglia distrutta. Il suo incedere ingombrante, accompagnato costantemente dalla camera a mano, ci trascina su una strada in salita fatta di rimorsi, rimpianti, voglia di riscatto ma anche di tentati affetti : quello per una figlia ormai persa e quello per una disincantata spogliarellista che solo troppo tardi si renderà conto di essere l' unica ancora di salvezza per questo freak. Storia di quelle che funzionano, in più le sequenze di lotta sono paradossalmente realistiche e Mickey Rourke ci offre la migliore immedesimazione di tutta la sua carriera (aveva ricominciato bene con Marv in Sin City). Prima dell' ultimo incontro, la spogliarellista (una sempre più bella e convincente Marisa Tomei) chiede al wrestler : "Come va il cuore?"
"Batte ancora", risponde lui e batte anche quello dello spettatore.
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