Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Molti film indimenticabili si fondano su grandi di interpretazioni. Con "The Wrestler" si arriva oltre: perchè e' la "carne da macello" di Randy "The Ram" ad essere protagonista, a rendere potente, intenso e coinvolgente il film di Aronofsky. E, dopo averlo visto, bisogna riconoscere che nessuno meglio di Mickey Rourke, poteva rendere così vivo un personaggio di questo tipo. Perchè lui non interpreta il personaggio: lui "è " Randy "The Ram". Il suo volto tumefatto e segnato irrimediabilmente dai vari interventi di plastica chirurgica (follia pura) e il suo fisico possente, gonfiato a dismisura dagli steroidi, recita per lui.
Da urlo la colonna sonora (ovviamente "Metal" perchè Randy in fondo ha l'animo e il cuore del vero Rocker) che martella con una serie di pezzi memorabili ("Metal Health" dei Quiet Riot), tutti rigorosamente anni '80, ogni inquadratura del film. E da urlo, al solito, anche Marisa Tomei, in un altro ruolo fragile e seducente dopo quello di "Onora il padre e la madre". Il soggetto ha anche momenti didascalici quando non scontati, specie quando ci mostra il tentativo del recupero del rapporto padre/figlia. Ma ne ha molti altri di infinita, triste e dolorosa verità (il banchetto con le vecchie glorie costrette a prestarsi a fare autografi e foto per pochi dollari: l'incontro al bar tra Randy e Pam, molte delle sfide sul ring ma anche il "dietro le quinte" con il rispetto e la fratellanza a farla da padrona). Finale commovente, con Randy che vola alto, solo con il suo pubblico, lontano da tutto e da tutti. Cala il buio: è l'ora della canzone del Bruce. Per concludere, un doveroso e sentito grazie a Nick Cage che, per nostra fortuna, ha rifiutato la parte. Dio forse esiste: Randy/Rourke, quasi un Gesù, ne sarebbe la prova sulla terra. Voto: 8,5
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