Regia di Mamoru Oshii vedi scheda film
The sky Crawlers è un film d'animazione giapponese del 2008, diretto da Mamoru Oshi; il film è basato sui romanzi di Hiroshi Mori, il quale ha ceduto i diritti solo dopo aver saputo del coinvolgimento di Oshii.
L'opera, prodotta da Production I.G, è stata presentata al 65° Festival del cinema di Venezia.
Sinossi: In un presente alternativo i conflitti bellici vengono appaltati a multinazionali produttrici di armi, le quali utilizzano come soldati dei ragazzi particolari denominati Kildren.
Questi Kildren sono destinati a vivere un'eterna adolescenza, senza mai invecchiare ed il film segue la "quotidianità" del giovane Kannami e del suo squadrone, tra cui l'enigmatica comandante Kusanagi (anche lei Kildren).
Mamoru Oshii fin dai suoi esordi ha sempre utilizzato l'animazione come strumento principale per veicolare la sua visione socio-politica, il tutto filtrato attraverso un'inedita concezione filosofica ed infatti quattro anni dopo Innocence (//www.filmtv.it/film/26529/ghost-in-the-shell-l-attacco-dei-cyborg/recensioni/865513/#rfr:none), complesso e stratificato capolavoro, Oshii ritorna alla regia con un altro film (questo The Sky Crawlers) altamente sperimentale dove pur partendo da una suggestiva ed originalissima idea di fondo, l'autore nipponico decide volontariamente di abbandonare una narrazione lineare a favore di un tratto esistenzialista e filosofico.
Il film si apre in medias res mostrando uno spettacolare duello aereo scandito da manovre azzardate ed acrobazie da urlo ma allo stesso tempo siamo di fronte ad uno scontro feroce, come confermato dal totale annietamento di un pilota coinvolto nel combattimento.
Nonostante questo incipit dinamico ed adrenalinico, il war-movie di Oshi si distacca subito dal genere di appartenenza incanalandosi su binari enigmatici e complessi, dove l'introspezione dei due protagonisti (il pilota ed il suo comandante Kusanagi) la fa da padrone.
In The Sky Crawlers sono inseriti diversi monologhi esistenziali, a tal proposito Oshii ricorre più volte ai "dialoghi a due", tipologia di inquadrature predilette dall'autore, dove di solito chi parla viene fatto continuare a parlare anche se l'inquadratura passa all'altro interlocutore (controcampo) in modo tale da focalizzare l'attenzione su chi riceve informazioni che tendenzialmente provocano turbamento.
In aggiunta subito dopo un dialogo de genere, Oshii ricorre ad inquadrature congelate nella stasi ossia macchina da presa fissa con un soggetto completamente immobile che sembra fissare il vuoto, alla ricerca di una vertià effimera.
Inquadratura/e in cui emerge sensibilmente un forte senso di sofferenza e solitudine dei soggetti; persone che non riescono a comprendere pienamente la realtà in cui vivono e agiscono, oltre a provare un forte senso di dèjà vu per ogni azione compiuta.
Oshii ricorre anche ad altri escamotage tecnici per enfatizzare al massimo lo spaesamento dei soggetti, nello specifico pensiamo alla sequenza in cui Kannami fa la conoscenza di un nuovo pilota, il quale ricorda moltissimo (per come piega i giornali) un giovane da poco scomparso; qui il regista subito dopo l'incontro ricorre al fish eye (peculiarità di Oshii) ossia simulare un particolare gradangolo che arriva ad abbracciare ben 180° o più di scena e la prospettiva da esso restituita è di tipo sferica con linee distorte, il tutto unito da un lento movimento selettivo sul volto del ragazzo in evidente stato confusionario.
The Sky Crawlers è anche un potente atto d'accusa al militarismo; i giovani non sanno neppure perchè combattono una guerra, anzi superficilamente le varie nazioni vivono una pace apparente con la guerra intesa quasi come gioco, ed ecco che si inserisce una profonda riflessione sul significato di pace e di guerra (già trattato da Oshii in Patlabor 2: //www.filmtv.it/film/139162/patlabor-2-the-movie/recensioni/953627/#rfr:none) in cui si evince come ormai l'uomo ha bisogno della guerra per bandire la guerra, mandando al macello giovani facilmente malleabili.
Nel film il regista inserisce anche una velata critica alla strumentalizzazione della scienza per scopi bellici dal momento che i Kildren si riveleranno essere un prodotto da laboratorio, ideati da un tale denominato "professore".
Nel corso del film inoltre è possibile individuare alcune tematiche sempre presenti nella poetica del regista, tra cui l'importanza della figura femminile destinata a mutare quindi a rinascere, come el caso di Kusanagi.
Ed in riferimento alla sua rinascita si collega il meraviglioso finale nichilista nella forma ma assolutamente speranzoso nei contenuti; finale chiaramente rivolto alle nuove generazioni molte volte opprese dalla realtà socio-famigliare oppure giovani alienati e annoiati privi di un reale bisogno da soddifare e quindi lacerati da un vuoto interiore.
A questa generazione Oshii ricorda la bellezza della vita dove ogni giorno per quanto possa sembrare identico al successivo in realtà si rivelerà unico e degno di essere vissuto pienamente.
Tecnicamente parlando il lavoro svolto dalla Production I.G è magnifico con scenari iperrealistici mentre per quanto riguarda il design dei personaggi Tetsuya Nishio (character design) in comune accordo con Oshii ha optato per tratti algidi ed apatici funzionali al contesto.
Meravigliosi i combattimenti aerei in CGI dove Oshii è stato aiutato dalla Polygon Pictures (ormai specialista in anime 3DCG) e da Hiroyuki Hayashi.
Ottime anche le malinconiche sinfonie di Kenji Kawai.
Mamoru Oshhi continua il suo sperimentalismo tecnico-linguistico portando avanti una poetica ormai trentennale sempre in grado di ammaliare ed intrigare lo spettatore.
Da vedere assolutamente.
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