Regia di Mamoru Oshii vedi scheda film
Dietro a un cartone a tecnica mista (digitale e disegno animato) come questo, in qualche momento anche ostico nella sua cripticità, c'è una filosofia, propria dell'autore, che sconfina nel pessimismo cosmico, ma tutto sommato basata sull'osservazione delle dinamiche umane. Da una parte c'è la lotta del Potere per la conservazione di sé stesso, con la creazione, probabilmente fittizia ed esclusivamente funzionale a quel progetto di autopreservazione, di un nemico invincibile, affinché lo stato di guerra continui tendenzialmente all'infinito. Dall'altra parte, si assiste al destino inesorabile di una generazione di ragazzini combattenti (denominati, con neologismo anglofono, Kildren), frutto di un esperimento genetico, destinati a non crescere e a non morire se non in combattimento, e ad essere continuamente replicati, per perpetuare il conflitto. Per la verità, qualche facoltà è loro offerta, come quella di avere rapporti sessuali, tanto è vero che una di loro ha perfino dato alla luce una figlia, la quale, al contrario della madre, cresce d'età e fattezze. La tristezza di un simile destino è riassunta nello sguardo della matura capo meccanico della base aerea, la quale ha visto tante di queste creature essere sacrificate al mostro generato dal Potere. Per chi, alla fine della visione, conservasse dei dubbi sul senso della parabola di Oshii, non resta che aspettare la fine dei titoli di coda e guardarsi la breve appendice chiarificatrice.
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