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Gli amori folli

Regia di Alain Resnais vedi scheda film

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La recensione su Gli amori folli

di Peppe Comune
8 stelle

Marguerite (Sabine Azéma) è in giro per i negozi a fare spese. Compra un bel paio di scarpe rosse ed è soddisfatta dell'acquisto dato che non gli è mai molto facile trovare delle scarpe che gli calzino bene. Quando è in strada succede che un balordo gli ruba la borsa. Poi si vede Georges (André Dussollier) entrare in un garage e recuperare un portafogli che sta proprio vicino alla ruota della sua auto. Entrambi si mostrano molto titubanti nell'andare alla polizia : Marguerite per denunciare un furto, Georges per consegnare un portafogli trovato per terra (perchè nella stazione di polizia ha timore di essere riconosciuto dall'agente ?).

 

 

Così inizia "Gli amori folli", l'ultimo film di Alain Resnais : un portafogli, prima rubato e poi ritrovato, fa entrare in contatto due persone che iniziano a fantasticare l'uno sull'altro senza essersi mai visti, così, all'improvviso, con l'evidente istintività di chi ama lasciarsi trasportare dalla casualità dei fatti che accadono. Sembra l'inizio di una storia sentimentale, anche per come ci viene argomentata, con una bella voce fuori campo che sembra narrarci una storia scaturita dalla penna di un redivivo Flaubert. E invece, sin da subito, si respira un'aria strana, come di un qualcosa che rimane perennemente sospeso tra il detto e il non detto, il fatto e il non fatto, e che proprio per questo ci attrae : per l'enigmaticità che sa trasmettere che è negli sguardi indagatori e nei discorsi rimasti inevasi, per il fatto che ci catapulta in una vicenda che non si sa mai bene dove voglia andare a parare e perchè non sappiamo con quale genere si ha il piacere di avere a che fare (thriller, giallo, commedia, dramma sentimentale ?). Il caso si impossessa subito della storia e come l'erba folle (il titolo originale è "Les herbes folles", tratto dal romanzo di Christian Gailly "L'incident") cresce nei posti più inaspettati e senza alcun motivo apparente, così gli eventi trattati scorrono senza che ragionevolmente se ne possano delineare con precisione i contorni e i motivi da cui sono scaturiti. Marguerite e Georges iniziano uno stranissimo rapporto di seduzione, tutto giocato sulle voci e sulle sensazioni del momento. Un gioco folle insomma, che entrambi contribuiscono a porre in essere e che ognuno tende ad alimentare nella misura che compete alle proprie esperienze personali. Una sensazione di mistero rimane sempre sottotraccia e per entrambi sembra evocare la voglia di affrancarsi dal reale e lasciarsi trasportare dalla sognante improvissazione del sentimento amoroso. In quest'ultimo film, Alain Resnais è giunto ad una leggerezza cinematografica che rischia seriamente di farsi evanescenza o, peggio ancora, mero calligrafismo, ma che, a mio avviso, è il segno evidente di un voler giocare con gli imprevedibili percorsi del caso con quella destrutturazione narrativa che da sempre ha rappresentato un segno distintivo della sua arte. "Gli amori folli" è un virtuosismo acrobatico condotto con estrema eleganza da un giovane di quasi novant'anni, supportato dall'affiatamento consolidato di due attori bravi e fidati come Andrè Dussolier e Sabine Azèma e retto su una storia di straniante fascinazione.

 

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