Regia di David Fincher vedi scheda film
Davvero curiosa la vita di Benjamin Button, una vita scandita da un orologio che funziona al contrario, un orologio costruito da un orologiaio cieco, dolente padre di un figlio che non tornerà più. Curiosa e spesso sfiorata dalla morte, la vita di Benjamin Button, una morte il più delle volte silenziosa e discreta, a volte invece fragorosa e sfacciatamente protagonista. Il caso domina regnando su tutto, arcigno, magnanimo, severo, imparziale, decretando la fine della carriera di una grande ballerina o la mancata folgorazione di un uomo colpito da un fulmine per ben 7 volte. Sfiorarsi… Come l’uragano che sfiora costantemente la vita di Benjamin, senza abbattersi mai, mentre una madre muore fuori campo e un padre abbandona la propria famiglia in punta di piedi. La morte restituisce la vita e la vita per sua stessa definizione, non può avere mai fine. In un eterno tutto in cui cogliere e fare nostre le cose più belle e preziose, uniti eppure profondamente divisi per l’eternità, incapaci di restare insieme, se non per un periodo limitato di tempo. Di nuovo, sfiorarsi… Il tempo, altro grande protagonista di questa vicenda e di molte altre che ci riguardano ben più da vicino. Il tempo tiranno eppure generoso. Tempo per essere e per fare, per piangere e rimpiangere, per rallegrarsi e combattere… forse tempo per crescere un figlio. Ancora una volta curiosa la vita di Benjamin Button, come il volo del colibrì, le cui ali non si muovono su e giù, ma descrivendo un otto. Non c’è bisogno che vi rammenti che questo in matematica significa INFINITO… C’è chi nasce per suonare il piano, chi nasce artista, chi conosce Shakespeare, chi nasce madre, chi è esperto di bottoni, chi viene colpito dal fulmine, c’è chi nuota ed infine c’è chi danza… Voi, me, il cinema… forse, davvero, per una volta, l’Infinito.
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