Regia di David Fincher vedi scheda film
Film dai molteplici volti, dove la prima parte è sicuramente riuscita; il ritmo non è veloce ma scorrevole, gli episodi sono perfettamente legati l'un l'altro, i personaggi sono introdotti in maniera non banale e soprattutto il protagonista e la sua singolare condizione creano situazioni strane ed anche divertenti. Si pensi all'episodio del predicatore e a quello del comandante della 'Chelsea' dove Benjamin si imbarcherà. Proprio al comandante spetta la battuta più bella del film, quando, reputando Benjamin un ottantenne e, chiedendogli se era mai stato con una donna, lui, avendo all'epoca circa 14-15 anni, gli risponde candidamente di no: il capitano, a questo punto afferma che 'Questa è la cosa più triste che io abbia mai sentito'. La parte centrale del film, con l'episodio con Tilda Swinton - bravissima - è la più sentita e quindi la migliore. La parte finale invece è quella che mi ha deluso: il regista, fino a questo momento ottimo, indulge al facile effetto lacrimevole ed il far coincidere tutto con l'uragano Katrina mi sembra tirato per i capelli. In ogni caso un'opera da vedere con il rammarico che un soggetto con così grandi potenzialità, forse in mano ad altri registi (magari Tim Burton) avrebbe dato altri risultati. Straordinari gli effetti speciali costruiti grazie alle espressioni di Brad Pitt, la cui prova, anche se non da Oscar, è da ricordare, in quanto il suo corpo che, con il passare del tempo, cambia è una vera e propria metafora del cinema. Come al solito brava Cate Blanchett, la quale mi ricorda anche in questa interpretazione, in alcune movenze, Katharine Hepburn. Ho letto in questi giorni dei paragoni fra questo film e 'Forrest Gump': la cosa mi sembra un pò pretestuosa dato che l'unico legame fra i due lo vedo solo nella maniera classica, hollywoodiana, di affrontare un determinato soggetto. Voto: 7.
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