Regia di Matt Tyrnauer vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Non sono un conoscitore del mondo della moda e dei suoi principali interpreti anche di lungo corso (anche se nel limite del possibile inseguo le griffe principali nei negozi, ma questo è un discorso secondario), ma questo documentario dedicato alla figura leggendaria di Valentino Garavani mi ha sorpreso ed in buona parte conquistato.
Percorre (velocemente) la carriera dell‘artista, ma anche dell’uomo (col suo rapporto a 360° con Giancarlo Giammetti) a partire dagli albori (la Roma di fellinniana memoria) per arrivare al suo addio alle passerelle, celebrato con un galà in grande stile all’Ara Pacis nel 2007 con il Colosseo sullo sfondo e modelle di rosso vestite a volteggiare nel cielo notturno.
Quello che vediamo è un ritratto intimo che di Valentino riprende i suoi vezzi da grandeur (le feste, le passerelle, il suo minuzioso lavoro in studio con sarte e modelle), ma anche i momenti più rilassati dell’ultimo periodo di carriera (con i suoi immancabili cani al seguito), ma anche con uno sguardo rivolto al passato (la camminata a Roma ripensando al primo incontro con Giancarlo, quando ancora tutto era da fare).
Il tutto ripreso da vicino, montato con un ritmo brillante, notevole scorrevolezza e gusto elegante (come quello che indubbiamente ha caratterizzato da sempre le sue creazioni, come più sue affermazioni tendono a rimarcare) e che poi porta ad un’immediata riflessione su come sia cambiato il mondo nei suoi 45 anni di carriera.
Finita l’era delle pure creazioni e della prevalente ricerca del bello (che è quello che più piace alle donne, come dice Valentino all’inizio), arrivano gli anni della globalizzazione, la prima necessità di trovare partner internazionali e poi il definitivo passaggio di consegne (per cifre che farebbero raddrizzare i capelli anche ad un morto) a chi ha una visione consona ai tempi degli affari e delle necessità per far fruttare al meglio il marchio.
E così le lacrime di commozione dell’artista alle ultime sfilate e feste toccano due volte l’immaginario dello spettatore (per l’uomo e per un’immagine dell’Italia, e non solo, che vacilla), il personaggio si fa inevitabilmente più vicino e quel pallone volante riempito di scritte “Valentino” che vola via verso l’orizzonte è una chiusura davvero efficace per un documentario ben espletato, grazie all’intraprendenza del regista, ma soprattutto per la volontà dei principali interpreti (oltre a Valentino anche il compagno e socio oscuro Giammetti che preparava sempre tutto nei minimi dettagli per farlo contento) di esporsi sentitamente senza tirarsi indietro.
Inaspettato.
VOTO : 6/7.
Bravo a rendere, grazie a passione e capacità, il documentario molto interessante.
VOTO : 7,5.
Si vede nitidamente quanto gli sia piaciuta questa operazione (anche quando inveisce contro la telecamera invadente, ma capita giusto una volta).
Commovente, elegante allo sfinimento, questa è (stata) la sua vita che lo ha fatto apprezzare da tantissime persone e che tante soddisfazioni gli ha dato.
Bravo.
VOTO : 6/7.
Braccio destro nella vita come in questo documentario.
Tenero.
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