Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Voleva essere un film d'azione e ci è riuscito. Non voleva essere un capolavoro e infatti non lo è, senza nè infamia nè gloria.
E' un onesto film americano, e la domanda è: si può fare un onesto film americano su una storia e su un periodo così tragico che è quasi indefinibile?
Singer non è un grande regista (ha fatto un film buono in 14 anni, francamente non si capisce tutta questa attenzione nei suoi confronti) e si aiuta con le riprese alla Michael Bay e sopratutto con un cast di attori ottimi, guidati da Cruise che funziona molto bene e stranamente è riuscito a far dimenticare il suo lato divistico.
Il rischio però è alto, proprio per l'importanza mediatica di Operazione Valchiria si rischia un revisionismo storico magari non rilevante ma pur sempre presente. Non è vero che tutti i congiurati erano buoni santi e immolati, anti-nazisti per di più. Lo stesso Stauffenberg era un anti-semita convinto, ma come lui, tutte le alte sfere della gerarchia nazista e dell'esercito non riuscivano a tollerare che loro, provenienti da nobilissime famiglie aristocratiche tedesche, venissero governate da un uomo del popolo come Hitler. Questa è la realtà. Nessuna voglia di giustizia, nessuna sete di verità, solo una mera questione di onore. E questo film non lo dice, sbagliando moltissimo. Per esigenze americane tutti i protagonisti sono uomini dai saldi principi ed angeli bianchi, ma la storia ci insegna ben altro. Sarebbe stato bello raccontare questa storia con i veri volti e la vera personalità dei loro protagonisti.
Se preso per un film d'azione è fatto in modo corretto senza una sbavatura, ma non è solo questo, c'è anche una storia alle spalle, ed è una storia vera, una ferita che ancora brucia. Le due cose non si possono dividere: è assolutamente comprensibile l'esigenza di intrattenere per un film così, ma non si può giocare con la storia in un modo così arrogante. La sostanza manca del tutto, e magari in un altro contesto non sarebbe stato necessario, ma qui si, manca la spiegazione delle motivazioni, e chi non ha studiato storia al liceo rischia di considerare tutti i partcipanti al colpo di stato, come uomini giusti e guidati da uno spirito di giustizia che invece non c'è mai stato. Un film inevitabilmente prende una posizione, il regista prende una posizione, e per questo genere di film, prendere una posizione è assolutamente pericoloso. Synger ha preso la sua posizione, sbagliando.
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