Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Biopic di Harvey Milk (Penn), protagonista di un'importantissima stagione di battaglie per i diritti civili e primo omosessuale della storia americana a riuscire a ottenere, nel 1978, una carica pubblica. Il film di Gus Van Sant ne racconta gli anni cruciali, quelli che vanno dal 1972, epoca in cui Milk gestiva un negozietto di fotografia a Castro, il quartiere-ghetto di San Francisco, alla sfide televisive per battersi contro l'intolleranza e l'integralismo dei conservatori, determinati a privare gli omosessuali del diritto al lavoro a cominciare dalla scuola pubblica. Milk finì ucciso da Dan White (Brolin), un conservatore capitato per sbaglio nelle file dei democratici.
Dopo Elephant, Last days e Paranoid Park, Van Sant ritorna alle grandi produzioni dei tempi di Scoprendo Forrester, accantonando anche il registro straniato che aveva caratterizzato le ultime opere. Milk ha la caratura del film classico, ricostruisce perfettamente quel terremoto sociopolitico che ebbe in Frisco il proprio epicentro, rendendo assai bene il clima e le tensioni dell'epoca. Eppure tanta meraviglia figurativa, accompagnata all'ennesima prova ciclopica di uno Sean Penn che continua a proporsi come il più credibile erede di De Niro, si stempera in una costruzione che, per quanto impeccabile anche grazie a un uso accortissimo di materiali di repertorio, risulta piuttosto cerebrale, fredda.
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