Regia di Pappi Corsicato vedi scheda film
Film un po’ fuori fuoco, che, indeciso tra l’interpretazione sentimentale, sociale ed istintuale del desiderio di procreare, finisce, forse involontariamente, per presentare il concepimento come un’evenienza del tutto naturale, nonché indifferente al contesto in cui si compie. La tesi è più che valida, però Corsicato la snocciola, solo in chiusura, giungendovi per vie traverse e non propriamente “sue”, che mescolano gli stereotipi della commedia coniugale (la suocera invadente, il marito geloso) con il “panfemminismo” – un po’ sbiadito – di stampo almodovariano. In questo film la procacità femminile è ridotta ad un fatto plastico, finanche ingombrante, e la sensualità ad un inutile ed illusorio alone che circonda un evento puramente meccanico. “Il seme della discordia” priva il sesso di ogni drammaticità, senza con questo banalizzarlo. Difficile dire, però, se la carenza di incisività nella forma sia parte consapevole di questo gioco al ribasso.
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