Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Cornovaglia, inizi '800, una banda di pirati, che ha il suo covo in una taverna, fa naufragare la navi, uccide i passeggeri e poi li deruba: a comandarli un insospettabile giudice (Charles Laughton), che li informa dell'arrivo delle imbarcazioni. Nel posto arriva la nipote (Maureen O'Hara) della moglie di uno dei banditi, la quale tenterà di smascherare i loschi traffici dei criminali con l'aiuto di un agente in incognito (Robert Newton),
'La taverna della Giamaica' è l'ultimo film di Hitchcock prima di volare in America ed è tra i lavori meno ispirati del periodo britannico: tratto da un romanzo di Daphne du Maurier - la cui ispirazione regalerà due capolavori come 'Rebecca' e 'Gli uccelli' - il film soffre troppo la sua origine letteraria e, sebbene contenga alcuni tra i classici temi hitchcockiani - il cattivo dai modi eleganti, la dicotomia apparenza e realtà, la coppia di sconosciuti che si coalizza per motivi di forza maggiore - appare statico, verboso e 'dominato' dalla forte personalità di Charles Laughton, che non sempre il regista riesce a tenere a freno, prevaricando anche le prove degli altri attori, su tutti la splendida eroina impersonata da una Maureen O'Hara giovanissima (19 anni) ma già dotata della sua fulgida bellezza.
Pregevole la parte tecnica, con una scenografia di Tom N. Morahan e soprattutto una scintillante fotografia di Harry Stradling e Bernard Knowles, che fa risaltare le scene sulle scogliere, le più belle di tutto il film, specie quella iniziale del primo naufragio.
Forse il regista non credeva molto a questa storia, più appartenente al genere avventuroso e quindi un po' fuori dalle sue corde, oppure aveva fretta di concludere il film per iniziare la sua nuova (e lunga) avventura in terra americana.
Un commiato dalla sua terra d'origine non certo all'altezza della sua bravura per il maestro inglese.
Voto: 5,5 (v.o. su YouTube).
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