Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film
"Running in Madness Dying in Love"
diretto nel 1969 da Koji Wakamatsu,
devo dire che mi è sembrato interessante.
La storia racconta che un attivista del movimento
studentesco si scontra con il fratello poliziotto.
La moglie dell'agente,nel tentativo di separarli,
spara al marito con la pistola d'ordinanza.
L'attivista e la donna scappano insieme verso il paese
Natale di lei,il monte Hokkaido,per sfuggire alle loro
colpe,ma poi si innamorano.
Il Film prodotto e diretto da Kôji Wakamatsu,
è il primo lavoro del talentuoso regista
che ha avuto visione dopo parecchie pellicole,
e costruisce un quadro disperato dove due amanti
scappano dopo un incidente che è successo in casa
ha ha causato la morte del marito.
Da qui è incentrato molto sulla moglie,
comincia ad avere segni di sensi di colpa
e punirsi per quello che ha fatto,e allora
ha istinti suicidi che il suo amante smorza.
Ma il regista vuole anche mettere in luce
com'era la situazione nel suo paese e dove
i ragazzi sognavano la rivoluzione e avevano
un odio per i poliziotti,infatti i fratelli sono diversi
per questo,e il protagonista è un attivista politico,
molto idealista che è tutto il contrario del fratello.
Poi il suo è un Film estremamente drammatico che ha tocchi
erotici ma nello stesso tempo visionario e riesce a
cogliere l'obbiettivo giocando con sensi di colpa
e di coscienza,ma narra anche di amore "fino ai confini
del mondo",come dice il protagonista,in questa ambientazione
con neve e un atmosfera Natalizia.
Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove figurano:
Ken Yoshizawa-Yoko Muto-Rokko Toura-Hatsuo Yamatani-
Shigechika Sato e Masao Adachi.
Invece nel reparto tecnico segnalerei
le musiche originali di Takehito Yamashita,
e la Fotografia che spazia tra un pastoso bianco e nero
e di eccentuati colori di Hideo Itoh.
In conclusione un buon Film
dove traspare disperazione,
sensi di colpa,amore immenso,
ma anche di politica e violenza,
con un finale che ti spiazza e non
ti aspetti dove pagheranno diversamente
per le loro colpe.
Il mio voto: 7.
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