Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film
Uno dei 100 e passa film di Wakamatzu, batte sempre sullo stesso tasto: il legame fra sesso e politica, sullo sfondo della Contestazione (che in Giappone fu feroce quanto in Occidente e cominciò negli anni 50, in tempi di Trattato Nippo-Americano). Vicino alle teorie di Marcuse su "eros e civiltà", visceralmente anti-borghese e anti-autoritario, Wakamatzu inneggia al libero istinto e al primato del desiderio sulla morale imposta. Nondimeno, riflette dolorosamente su quanto sia difficile liberare la propria coscienza dai sensi di colpa. Ancora: in questo film è presente una fertile dialettica fra pubblico e privato, passione politica e sentimento amoroso, che rimanda alle coeve pellicole "allegoriche" europee. A contenuti eversivi corrisponde una forma altrettanto spregiudicata, anche se qui giusto un poco più composta rispetto all'aggressività di altre sue opere: permangono tuttavia bruschi passaggi da bianco-nero a colore, sovraimpressioni, amplessi rispresi da prospettive insolite, qualche vibrante soggettiva. Insomma, un fresco esempio di modernismo anni 60.
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