Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
La nota positiva - se proprio ci si vuole sforzare a trovarne una - di questo lavoricchio della disastrosa ditta Vanzina è che c'è un minimo di blanda ricerca storica. Del resto sono anni che i due fratelli hanno vissuto in prima persona, durante l'adolescenza, e che quindi ben ricordano; l'aria di jet set che vagamente si respira è la stessa che i Vanzina hanno accarezzato in quel periodo grazie al padre. In definitiva è questo un prodotto televisivo con attorucoli di serie D (e Ghini, nome 'di richiamo' chiaramente sprecato) e solo la visione della scena in cui la Falchi (dotata come attrice quanto qualsiasi bipede volatile da giardino) scimmiotta il celeberrimo strip tease della Loren basta già a causare violenti conati di vomito. Il discorso su Martina Stella potrebbe essere analogo, sostituendo 'bipede' con 'gambizzato'.
A Roma, a metà degli anni '60, arrivano le mode inglesi del momento: il beat, i capelloni, le chitarre elettriche, i locali da ballo. Apre così il Piper. Lo frequentano aspiranti musicisti, attricette in cerca di contratto e tanti, tanti giovani.
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