Regia di Ursula Meier vedi scheda film
Una famiglia vitale e dinamica, composta da madre casalinga, padre lavoratore dipendente non ben specificato e tre figli tra piena infanzia e tarda adolescenza, scorre tranquilla e allegra nella loro isolata casa di campagna, posta in perfetta adiacenza ad un tratto autostradale progettato da decenni, ma mai ultimato, che costituisce una sorta di cortile di ingresso al giardino della piccola casa aggiustata con amore e qualche imperizia dagli incauti padroni di casa.
La spensieratezza di una vita quasi bucolica viene improvvisamente interrotta da una notizia, inaspettata, ferale, dolorosa come una pugnalata, e preannunciata dall'arrivo di operai e mezzi di locomozione come preludio della ultimazione del tratto mancante, e l'apertura del nuovo tratto autostradale, capace di collegare due località altrimenti troppo complicate da raggiungere.
Ciò significa perdere tutti i privilegi: niente più silenzio, sfondi bucolici, paesaggi incantati.
Persino il gatto deve essere messo al guinzaglio per evitare che venga falcidiato dalle auto sfreccianti che ora popolano i due rettilinei di bitume con traiettorie uguali e contrarie.
Anche la sguaiata serenità di famiglia viene pregiudicata, assieme al resto: Marthe, la madre, sfiora l'esaurimento nervoso, mentre Judith, la figlia più grande e la ribelle e disinibita di casa, fugge col primo passaggio utile. Il clima familiare si fa pressante ed eccitato, sclerato, e quando il capofamiglia Michel decide di assecondare la moglie, la soluzione per estraniarsi da quel caotico inferno appare solo una: la ricerca dell'isolamento, che si ottiene oscurando pertugi e finestre, estraniandosi da un mondo non più sopportabile.
L'esordio in regia della cineasta svizzera Ursula Meier nasce nella forma isterica ed eccentrica del paradosso, che colora di assurdo le tonalità di una favola morale incentrata sulla perdita repentina di tutti quei requisiti indispensabili per evitare che lo stress di vivere una vita al massimo, contagi ogni istante, anche quelli più intimi, delle nostre moderne esigenze. Isabelle Huppert e Olivier Gourmet danno vita alle basi divertenti, scanzonate, ma sotto sotto pure realistiche e controverse, di una famiglia che cerca di adattarsi meglio che può ai repentini cambiamenti economico-sociali che condizionano ormai le esistenze di ognuno.
Il film della regista del magnifico Sister (2012) e La ligne (2022) funziona, diverte ed inquieta con il suo stile da favola e le atmosfere farsesche che circondano ogni personaggio e ogni dinamica narrativa affrontata dal film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta