Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Giunto al traguardo del decimo lungometraggio e dei sessantotto anni, il pluripremiato Hayao Miyazaki sceglie in Ponyo sulla scogliera la strada della semplicità e realizza un’opera intenzionalmente dedicata ai bambini, tenendo alla larga la computer graphic. La vicenda è nell’assunto, ma solo in quello, ispirata alla Sirenetta di Andersen, dove una creatura in (buona) parte pesce e in parte umana (solo la testa) si innamora di un ragazzino e decide di diventare una bambina. L’impresa, ostacolata dal padre stregone, metterà a rischio addirittura l’equilibrio naturale del mondo. Al tempo stesso antica e moderna, questa fiaba dall’animazione purissima è ricca di elementi ricorrenti nell’opera del maestro. Dalla Città incantata ritornano per esempio alcuni passaggi tipici del mito, quali l’attraversamento di una soglia (un tunnel) e il superamento di una prova, ma anche la coscienza del proprio nome: qui nel rifiuto di Brunilde, datole dal padre e che la destina a disubbidirgli per finire da lui imprigionata, in favore di Ponyo, scelto per lei dal giovane Sosuke (pronunciato Soske) in virtù del suo aspetto soffice. Più peculiare del regista è invece la reazione dell’ambiente ai soprusi dell’uomo, con un’ondata purificatrice e distruttrice, ricorrente da Conan, il ragazzo del futuro a Nausicaä nella valle del vento fino a Princess Mononoke. E si potrebbe andare avanti nel citare punti di continuità, per esempio la vitalità quasi infantile delle anziane, ma ci sono anche diversi elementi di novità: dai colori pastello allo stile di disegno più naïf, meno affollato di dettagli e soprattutto meno nitido nel tratto, con linee vagamente sbilenche o tondeggianti. Le musiche, al solito del fidato Joe Hisaishi, hanno poi un peso maggiore che in passato, per esempio nell’incipit quasi senza parole e sinfonico, una definizione estensibile all’intera pellicola. Nonostante tutto questo, per via del suo tocco molto leggero, Ponyo sulla scogliera è stato definito un film minore, ma è semplicemente meno interessato a gratificare il pubblico adulto in favore dei più piccoli.
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