Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Nella mia premessa alla recensione di "Watchmen" confessai il mio disagio e la sensazione di inadeguatezza che mi aveva colto al momento di accingermi a scrivere. Quella percezione era dovuta al fatto che non avevo mai preso visione della graphic-novel originaria e siccome ero consapevole di far parte di una colpevole minoranza, me ne vergognavo anche un pò. Ecco, la stessa situazione si sta per verificare adesso, mentre sono alle prese con un capolavoro frutto dell'Arte visionaria di un indiscusso Maestro delle immagini animate quale è Miyazaki. Il problema è che non sono un conoscitore della produzione complessiva del Maestro, se non superficiale e occasionale. Ho visto di lui solo le due opere più conosciute ("La città incantata" e "Il castello errante di Howl") ma devo confessare che la mia labile memoria (l'età non più verde a volte mi tradisce) le ha entrambe parzialmente rimosse, per cui non posso nemmeno azzardare raffronti. Ciò premesso, devo ammettere che "Ponyo" mi ha sedotto e letteralmente rapito. Nelle varie recensioni che ho colto in rete il discorso più ricorrente era il dibattere se fosse un'opera per bambini, per adulti, o per adulti-bambini, con la tesi prevalente che stavolta il Maestro abbia voluto indirizzare il proprio "messaggio" quasi esclusivamente ai bambini. Beh, io devo dire che durante la visione nemmeno mi sono posto il problema, dato che fin dalle prime immagini il film ha preso in ostaggio il mio sguardo e il mio cuore, restituendoli al proprietario solo dopo cento meravigiosi minuti, nel corso dei quali ho compiuto una full-immersion in un magico universo popolato di pesciolini rossi, onde gigantesche dotate di occhi, stregoni, vecchiette, ed altre avventure dei sentimenti. I personaggi, i bambini, le case, gli animali...diomio...che gioia per lo spirito e per la mente esplorare quel mondo magico!! Dicevo prima che mi sentivo inadeguato, e qui lo riconfermo, anzi quasi mi arrendo, perchè il magico universo rappresentato sul grande schermo dal Maestro è umanamente impossibile da descrivere...si possono solo appuntare delle sensazioni, fissare delle emozioni...ma niente di più. E' difficile definire il genio di Miyazaki; io so solo che si tratta di concetti molto semplici ma che ti smuovono dentro montagne di emozioni. Un pesciolino rosso (anzi: una "pesciolina") che diventa essere umano per stare vicino al bambino di 5 anni con cui ha stretto un vincolo meraviglioso di profonda amicizia; uno tsunami che stravolge una intera città e la immerge (letteralmente) in un'atmosfera immobile, ovattata, eterna, con pesci che occhieggiano ovunque; una casa di riposo che ospita un manipolo di vispe e ciarliere vecchiette; una mamma dolcissima; un padre marinaio; uno stregone tormentato; una sacerdotessa degli abissi marini.....Tutto questo può bastare? E, a sottolineare il tutto, splendide musiche che si avvalgono di armonìe di estrazione classica. Insomma, io mi chiedo, di fronte a cotanta meraviglia, se possa esistere un essere umano, per quanto refrattario e duro d'animo, che non reagisca atteggiando il proprio viso ad un'espressione di quieto stupore...Una splendida favola contemporanea, sospesa tra sogno e realtà, sul valore dell'amicizia e sul senso di responsabilità necessario per mantenerla viva. Incredibile a dirsi, ma qui niente è stato realizzato utilizzando il computer per l'animazione; migliaia e migliaia di disegni eseguiti manualmente ed acquerellati in colori pastello: un lavoro immenso quello realizzato dallo Studio Ghibli (è un pò come fare una salutare sosta gastronomica in una trattoria all'insegna dello "slow-food" in un'epoca di cibi surgelati e precotti). Ma assai evidente appare anche il tema ambientalista (peraltro senza mai lambire la retorica) rappresentato da un mare più che mai maltrattato dall'essere umano che arriva perfino ad usarlo come discarica. Ed è un mare incredibile quello dipinto da Miyazaki, un mare che si fa quasi personaggio ed è popolato da moltitudini di pesci i cui occhi inquietanti fanno capolino dalle onde. Ci sono poi certi momenti sublimi in cui l'ironìa leggera si sposa con l'amore e scoccano scintille di puro genio, come nella sequenza del dialogo a distanza fra il bambino ed il padre attraverso i segnali di luce. Ecco, mi ricollego al tema raccolto in rete, se cioè davvero Miyazaki stavolta abbia scientemente scelto come interlocutore privilegiato i bambini. Ebbene, la mia risposta resta sospesa, o forse tenderebbe al "no". Io, che bambino lo fui qualche era geologica fa, per stupirmi ed emozionarmi non ho dovuto ricorrere ad alcuno sforzo. E' stato naturale immergermi in quel mondo di pesciolini e bambini, è stato spontaneo il mio piegarmi a quella magìa. Dunque il problema non si pone. Bambini o adulti, ciascuno si lasci trasportare da questo fiume di fantasia strabordante di pesciolini rossi, l'immaginazione non ha età e non impone criteri o limiti. Le mie parole finiscono qui. Aggiungo solo che la visione di questo film è qualcosa che fa bene al cuore e allo spirito. E fa bene soprattutto agli adulti, perchè i bambini hanno già dimestichezza con il linguaggio dei pesciolini rossi. Imperdibile. Commovente. Grandioso. Poesia. POESIA.
Voto: 10
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