AL CINEMA
Nel Giappone contemporaneo, presso una cittadina di mare con scogliere a picco e una corrente piuttosto forte, un bimbo di nome Sosuke trova un piccolo pesciolino rosso dalle fattezze semi-umane imprigionato in una bottiglia di vetro e la trae in salvo, ribattezzandola Ponyo.
Il piccolo la porta con sé a scuola ma intanto dalle profondità marine il padre di quell'esserino riemerge per andare a recuperarla.
Ponyo però si ribella e rifiuta di tornare negli abissi assieme al padre, anelando ad una vita umana anche a costo di rinunciare a privilegi altrimenti irrinunciabili come l'immortalità.
Quando sulla cittadina si abbatte una tempesta che inonda gran parte delle superfici abitate e isola il borgo, Sosuke e Ponyo scopriranno di essere inseparabili e destinati a vivere assieme come due amici inseparabili.
In un Giappone in cui incombe perennemente la minaccia di inondazione e tzunami, il grande Hayao Miyazaki dirige una favola meravigliosa che pare almeno parzialmente ispirata alla Sirenetta di Andersen e si sviluppa secondo una narrazione che mescola arditamente sogno e fantasia, dando libero spazio ad avvenimenti e situazioni che sembrano frutto di una libera immaginazione infantile senza limiti e tutta in crescendo.
La natura è la vera padrona dei destini terreni e anche stavolta la sua superiorità appare senza mezzi termini, con le sue manifestazioni di forza a cui nessuno è in grado di sottrarsi, ma anche benevola e riconoscente qualora si rispettino i limiti e le leggi che la governano.
Dopo qualche film dalle tematiche complesse ed adulte, Hayao Miyazaki torna alla favola per ragazzi, che finisce per rendersi piacevole e suggestiva anche per un pubblico più maturo ed esigente, che riuscirà ad incantarsi dinanzi allo sviluppo magico della storia, come dinanzi alal tenerezza suscitata dai due protagonisti bambini, nonché dalla simpatia di molti tra i personaggi di secondo piano, come le arzille vecchiette del pensionato.
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