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Lettere d'amore

Regia di Martin Ritt vedi scheda film

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La recensione su Lettere d'amore

di barabbovich
8 stelle

Storia proletaria ambientata nella provincia del New England, l'ultimo film girato dal sovversivo Martin Ritt è una favola zuccherosa ed improbabile affidata per intero a tutta la gamma di toni e semitoni di due attori di razza come De Niro e la Fonda. Stanley (De Niro) fa il cuoco nella fabbrica di dolciumi dove lavora Iris (Fonda). Dopo un primo contatto, i due avvicinano le loro solitudini con l'esitazione dettata dall'orgoglio. Lui è analfabeta, perde il posto e passa il tempo tra lavori di quart'ordine, le cure per il vecchio padre (Chaliapin) e invenzioni geniali. Lei è rimasta vedova da una manciata di mesi, a stento arriva alla fine del mese ed ha una famiglia da mandare avanti. Dopo molti indugi i due si lasceranno andare e a Stanley verrà dato anche un posto manageriale a Detroit dove è riuscito a vendere un brevetto avendo ormai imparato a leggere e scrivere.
Smaccatamente inverosimile, il film che Ritt ha tratto dal romanzo Union street di Pat Barker, si avvale della sceneggiatura tutt'altro che banale dei fidi Harriet Frank jr. e Irving Ravetch (che con Ritt avevano lavorato ai copioni di La lunga estate calda e Norma Rae) e del tocco partecipe dei due protagonisti che riesce a conferire una grazia struggente ad un film che è possibile fruire soltanto col cuore. Negli U.S.A. una persona su cinque è ancora analfabeta.

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