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La banda Baader Meinhof

Regia di Uli Edel vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su La banda Baader Meinhof

di GIMON 82
6 stelle

I figli dell'odio nazista,giovani degli anni 70 nati sotto la "croce uncinata",sovvertono gli statuti generazionali e immettono nella Germania federale il seme della rivoluzione.Andreas Baader e Ulrike Meinhof,un ragazzo ribelle e una giornalista dalla penna sovversiva,si fondono dando vita a una lotta armata denominata "Rote Armee Fraktion" o semplicemente R.A.F.Gli anni sono di quelli che scottano di rivoluzione,c'è il Vietnam,Bobby Kennedy,Martin Luther King e il 68,momenti di un presente rovente che insaguina le piazze,scagliando proclami di odio contro lo Scia' Rezha Palavi,rappresentante di un oriente filoamericano.L'imperialismo americano è un nemico da abbattere ad ogni costo,un mostro a sette teste propinatore di napalm devastante nelle terre Vietcong.Bisogna destabilizzare lo stato delle cose,ribellandosi e rivoluzionando sistemi da capitale e divise schiave del potere."La banda Baader-Meinhof" nasce per questo e gli anni di piombo teutonici ci vengono rappresentati da Uli Edel in questo manifesto di un tempo passato,di utopie  mascheranti un fallimento generazionale.Una rappresentazione precisa nel ricostruire ambienti e facce,dove la fotografia retro' dona l'aura "settantiana" spettante a quel contesto.Edel ci mostra l'inizio di piazze roventi e il teatro di un periodo caldo,lo fa con stile teso e avvincente,donando alla storia il tocco di un action movie organizzato nel dettaglio.Ma a tutto cio' manca un autonomia propria,un anima filmica che in storie simili è assolutamente necessaria.Il ritmo e la tenacia ci sono,ma mancano l'introspezione psicologica e un analisi profonda di tipo sociopolitico,trattata in maniera superficiale e marginale.Mi sono venuti di botto in mente film relativi ai terroristi dell' I.R.A, come "Bloody Sunday" di Greengrass,non una storia analoga,ma certamente il bollore delle piazze è lo stesso.Analogicamente i due film sono comparabili sul piano della tensione,ma il film di Greengrass gode di un aspetto maggiore,la camera da presa scende nella piazza,insegue i protagonisti,gli analizza e vive di una faziosita' sfacciata.Qui invece manca un anima centrale,le contrapposizioni restano nette e sbiadite,quel che conta è l'azione che sia lo sparo,la ribellione o uno sciopero della fame,le sue figure rimangono marionette stagliate in un teatro da rivoluzione.Solo le mura del carcere trasmettono una sensazione d'inquietudine a pelle,con la Meinhof in crisi da esaurimento che incarna bene la solitudine di una cella.Anche se i dubbi mi permangono,su come dei terroristi conclamati,possano godere di privilegi quale una tv,la radio o addirittura condividere gli stessi spazi dei compagni.Cosa impensabile anche in uno stato permissivo come il nostro,dove i terroristi o i criminali peggiori erano relegati nei famigerati "braccetti della morte".Forse si è voluto porre l'accento sulla formalita' un po da fiction televisiva,denotabile in molte sfumature del film di Edel.I dubbi restano,aldila' di un cast buono,dove emerge il superlativo Bruno Ganz,unico "nemico" della banda a cercare un senso e un perchè ad azioni criminali.Pura lotta? spirito di ribellione? i protagonisti sembrano non saperlo e lo fanno come in una sorta di asserzione ad una moda bombarola del periodo.Almeno questo è quello evincente in 143 minuti di visione,alquanto godibile a tratti,nel ritmo da azione serrata."La banda Baader-Meinhof" lascia pero' piu' di una perplessita',per il suo aspetto formalmente paratelevisivo,inutile in un contesto simile,dove sarebbe servita una mano registica forse piu' attenta e sensibile alle dinamiche umane e sociali di un periodo triste e scottante......

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