Regia di Uli Edel vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Dopo tanti anni e film inutili, se non addirittura semplicemente brutti, Edel torna a trattare tematiche di più ampio respiro con questo film che racconta di uno scorcio storico della Germania federale tra attentati, sommosse ed ingiustizie varie riportate poi su larga scala.
Il film riesce senza dubbio ad intrattenere, vuoi un po’ perché comunque la storia ha sempre delle attinenze disarmanti con il presente (il mondo va avanti, ma le cose poi non cambiano mai così tanto) e non solo col passato, vuoi perché le immagini possiedono una buona forza visiva e gli inserti su alcuni fatti realmente accaduti impressionano ancora oggi.
Piuttosto lungo, l’ho trovato incalzante e ben dosato nella prima parte (dove gli ideali sono alla base della disobbedienza civile), meno preciso ed acuminato nella seconda (agli ideali le nuove leve sostituiscono una linea intollerabile di violenza anche nei confronti degli innocenti), da quando cominciano le vicende carcerarie e legate ai processi, in cui i tempi si dilatano e non sempre la tensione narrativa riesce a mantenersi su livelli alti.
Il finale in sintesi non c’è, scelta probabilmente giusta, perché se un capitolo si chiude o semplicemente si spegne, quello più ampio e globale rimane ancora oggi aperto.
Nel complesso un film non perfetto, ma comunque avvincente, discretamente confezionato e che da un punto di vista che personalmente ritengo obiettivo sulle vicende narrate.
Menzione speciale per Ganz, onore attoriale italiano all’estero che in ogni posa ed atteggiamento fa trasparire un talento scenico non convenzionale.
VOTO : 6/7.
Torna, dopo tanto tempo, ad una regia impegnata.
Mi è sembrato equilibrato nella narrazione e visivamente capace, anche se non sempre è riuscito a risultare completamente incisivo.
VOTO : 7++.
Ruolo secondario, ma da ogni scena si denota il suo talento recitativo.
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