Regia di Menno Meyjes vedi scheda film
Una manciata di mesi intorno al 1947, l'anno in cui Manuel Rodríguez Sánchez, noto come Manolete, il torero triste, morì a soli 30 anni per un'incornata. La biopic diretta da Menno Meyjes è pigra e inerte come il personaggio che racconta (peraltro interpretato impeccabilmente e con impressionante verosimiglianza da Adrien Brody) e non fa che correre avanti e indietro nel tempo collocando al centro della vicenda la tormentata storia che il torero più famoso del mondo ebbe con la bella Lupe Sino (Cruz). La totale staticità del film e gli imbarazzanti problemi in fase di montaggio spiegano in buona parte come mai Manolete sia uscito nelle sale di tutto il mondo con tre anni di ritardo, ma non sono gli unici difetti che l'opera colleziona. In essa non c'è il pressoché minimo riferimento agli anni del franchismo né alle origini umili del toreador e i dialoghi sembrano scritti più per una soap opera che per un film destinato al grande schermo. Oltre alla interpretazione di Brody, soltanto i magnifici costumi (di Sonia Grande) e la lunga scena della morte di Manolete sono da salvare in questo film tutto da dimenticare.
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