Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film
Cineasta eclettico Winterbottom. Saltella da un genere all’altro con l’abilità di un ballerino di tip tap anche se in questo caso inciampa e fa un brutto scivolone. Genova, infatti, non è certo quel che si dice un film riuscito; peccato, perché l’idea di partenza non era affatto male. Persa la moglie in un brutto incidente stradale, Joe (un comunque bravo Colin Firth) si trasferisce da Chicago in Liguria con le sue due figlie, Kelly e Mary, per elaborare il lutto e provare a ricominciare. Tra i carruggi della città, però, i tre finiranno per perdersi più che ritrovarsi, in senso metaforico ma non solo. La piccola Mary in particolare, sarà tormentata dal fantasma della madre e dal senso di colpa per aver in parte provocato la disgrazia. E così, dopo un inizio che parrebbe interessante, la pellicola – più che un film d’autore, l’impasto che dà sapore a un precotto fornito da una solerte Film Commission locale - finisce per annaspare nelle acque liguri. Non sarà certo un caso che anche Woody Allen, terminato il suo Grand Tour europeo, sia tornato a girare nella Grande Mela.
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