Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film
Michael Winterbottom conferma, per l’ennesima volta, di essere un regista eclettico in grado di saltare da una parte all’altra senza troppi problemi, anche se poi gli manca sempre qualcosa (eccezion fatta per alcuni film molto brillanti diretti negli anni novanta) per fare il definitivo salto di qualità.
Joe (Colin Firth) si trasferisce in Italia dall’Inghilterra con le sue due giovani figlie per dimenticare il lutto che gli è da poco capitato (la moglie deceduta in un incidente stradale).
Vita nuova in uno sfondo completamente diverso, ma la sua figlia più giovane non può dimenticare quanto successo, anche per il senso di colpa che prova e per le visioni di sua madre che continuano a manifestarsi.
La cosa migliore del film, di fondo per niente originale ma comunque sviluppato con discreto piglio, è lo sfondo offerto dalla città di Genova.
Direi che l’ambientazione ligure è stata proprio un’ottima scelta, tra un mare meno dozzinale di quanto ci si possa aspettare da un film ambientato in Italia, ma soprattutto per il suo ancoraggio tra i vicoli stretti e labirintici della città che portano realtà tra loro estranee a stretto contatto.
Così sono molto affascinanti le scene tra le strette stradine (con le due giovani ragazzine che s’inseguono vagando senza precisa cognizione spaziale), la visione complessiva offerta sa fotografare la città senza deprimerla e la fotografia d’insieme risulta così essere diversa dalla consuetudine e quindi affascinante e raffinata anche quando si guarda dal basso.
Non mancano nemmeno altre idee ben piazzate (la prima fuga della figlia più piccola), ma poi lo sviluppo narrativo non riesce a trovare una via risolutiva del tutto soddisfacente.
Insomma la storia di base ambientata in altre realtà sarebbe stata poca cosa, qui non manca comunque il tocco di un regista che sa il da farsi, ma manca semmai, un colpo d’ali in più che non arriva, o meglio, quello che arriva è accettabile, ma non così strettamente determinante.
In sintesi si tratta di un film onesto che scorre bene, che presenta alcune scene decisamente ben fatte, ma nella sostanza gli manca quel qualcosa in più che lo faccia risplendere di luce propria.
Discreto.
Si muove bene tra le strad(in)e di Genova (e della Liguria), la sua regia è diligente e con alcuni buoni momenti, ma gli manca quel guizzo che avrebbe senza dubbio impreziosito l'opera.
Nel ruolo del padre che deve crescere due figlie da solo e dare un nuovo taglio alla sua vita.
Interpretazione sicuramente onesta, ma non tra le sue migliori.
Passano gli anni, ma riesce ancora a dare un pò di freschezza con rara semplicità.
Partecipazione relegata all'intro ed a alcune fugaci apparizioni.
Ha una buona presenza scenica e cattura già solo con lo sguardo.
Futuribile.
Suo il ruolo centrale nell'elaborazione del lutto anche, se non soprattutto, per un senso di colpa che non può essere messo in disparte tanto facilmente.
All'altezza.
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