Regia di Wayne Kramer vedi scheda film
Il sogno americano, si sa, deve per forza passare attraverso la famigerata Green Card. Attorno a questo speciale “permesso di soggiorno” ruota la trama ad episodi concatenati di Crossing Over, pellicola che in America praticamente non si è vista al cinema (è stata fatta uscire in meno di 50 sale, da noi in 30, fate voi le proporzioni) per il tema scottante che porta alla luce, seppur in salsa hollywoodiana. C’è l’agente dell’ICE (Immigration and Costums Enforcement) Max Brogan (Harrison Ford) che ha il compito di stanare tutte quelle fabbriche o punti di raccolta che ospitano cittadini illegalmente, insieme al collega musulmano Hamid Baraheri (Cliff Curtis). Proprio Hamid sarà alle prese con la morte per omicidio della sorella, accusata dalla famiglia di essersi troppo “occidentalizzata”. Nel frattempo il giovane musicista Gavin Kossef (Jim Sturgess), ebreo non praticante, cerca a tutti i costi di ottenere il visto per rimanere nel Paese, e la giovane musulmana Zahta, per colpa di un tema scolastico, sarà costretta a fare i conti con la giustizia e probabilmente a lasciare gli USA. Ma c’è anche spazio per la giovane attrice australiana Claire Shepard che per ottenere la Green Card sarà costretta ad andare a letto giorno dopo giorno con l’esaminatore Cole Frankel (Ray Liotta).
Massacrato dalla critica americana, Crossing Over si infila nel filone dei film d’impegno ad episodi alla Crash o Babel, pur non riuscendo ad arrivare a quelle vette. In generale il senso di interesse è alto ma la freddezza e la scarsità di emozione che il regista Wayne Kramer (anche sceneggiatore, già regista di Running) riesce a far passare allo spettatore purtroppo non aiuta. E’ un film molto scolastico e poco cinematografico, che presenta situazioni “simbolo” senza lavorarle a dovere e senza concentrarsi sui personaggi, che avrebbero meritato una migliore attenzione. Sullo stesso genere si possono trovare decine di titoli migliori (recuperate ad esempio quel capolavoro di Le tre sepolture di Tommy Lee Jones), ma Crossing Over fa comunque un decente servizio per ricordarci di quanto l’America sia contraddittoria. Attori di serie B, come il sempre sottotono Ray Liotta o la mai esplosa Ashley Judd, giovani promesse come il bravo Jim Sturgess (21, Across the Universe) e vecchie glorie come Harrison Indiana Ford si mischiano in un film che si lascia guardare ma non lascia dentro nulla.
Per farvi capire di quanto la promozione di questo film sia stata ingente, sappiate che non esiste neanche un trailer italiano.
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