Regia di Carlos Saldanha, Mike Thurmeier vedi scheda film
La compagnia (dell’età) della pietra composta da Sid, Diego, Manny, Ellie, Crash & Eddie vive ora in una tranquilla località ghiacciata, dove la coppia di mammut pensa di mettere su famiglia. Diego inizia a sentire il peso dell’età e ritiene di non essere fatto per la calma domestica, Sid invece, non avendo cuccioli suoi in arrivo, quando si imbatte in tre uova di dinosauro pensa bene di tenersele e di allevare i “piccoli” rettili come fossero figli suoi. Ma questi una mamma già ce l’hanno e così i nostri goffi ma eroici animali si lanceranno in un’avventura nel mondo sotterraneo, dove i dinosauri sono sfuggiti all’estinzione. Intanto Scrat scopre una nuova passione e insegue, oltre alla sua amata ghianda, anche la bella e fatale Scratte. Fin dal primo capitolo, la saga dell’Era glaciale si è presa parecchie libertà rispetto ai film d’animazione più fiabeschi o comunque solidamente narrativi degli studi concorrenti. Oltre a una ridda di citazioni cinematografiche e musicali, tipiche anche delle produzioni DreamWorks, gli episodi dell’Era glaciale vedono il racconto spezzato dai siparietti comici di Scrat, il cui parallelismo con le vicende dei protagonisti è vaghissimo e del tutto pretestuoso. Dunque la rottura dell’incanto non presenta qui un problema e per tanto un utilizzo aggressivo del 3D, che faccia uso di “infrazioni del proscenio” (ossia avvicinare moltissimo gli oggetti allo spettatore, fino a lanciarglieli contro - divenuto pratica da ridurre o da evitare nelle pellicole della nuova ondata stereoscopica), trova qui il proprio terreno ideale. Con questo espediente da parco a tema, da cinema delle attrazioni per dirla come Tom Gunning, l’Era glaciale rincorre una volta di più un’idea di puro divertimento, di risate e stupore quasi primitivi. Conta poca allora se dei personaggi, tutti carini e più o meno sciocchi, in qualche caso addirittura dementi come Crash & Eddie, finisce per non importarcene quasi nulla. L’era glaciale 3. L’alba dei dinosauri va affrontato come si sale su una montagna russa: risate ed emozioni non mancheranno.
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