Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Film un po' scolastico, ma interessante per lo sguardo già critico che sa gettare sul paese del miracolo italiano e del nascente boom economico postbellico. Anche nell'ambito della borghesia il miraggio di un benessere materiale simboleggiato dagli oggetti della nuova tecnologia (allora era il televisore come oggi smartphone, tablet eccetera) provoca le proprie vittime. Del resto, l'impressione è che gli italiani abbiano sempre desiderato un sistema economico basato sul mercato, apprezzandone i benefici ma senza saperne accettare i guasti.
E l'occhio di Zampa è, anche in questo contesto, acuto, sebbene il suo approccio sia didascalico e vagamente moralistico. Ma non si può certo discutere sulla giustezza dell'assunto finale che, attraverso il magistrato del titolo, sembra rivolgere l'invito affinché ciascuno adempia il proprio dovere, senza riguardi per gli imbroglioni di ieri e di oggi (la viscida figura interpretata da Serato rimanda in parte anche al Leo Merumeci degli Indifferenti di Moravia), che sempre tentano di riempire i vuoti lasciati nella società.
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