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Lettera da una sconosciuta

Regia di Max Ophüls vedi scheda film

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La recensione su Lettera da una sconosciuta

di Antisistema
10 stelle

Nella fluidità delle incessanti note partorite dagli spartiti musicali del compositore bohemienne Stefan Brand (Louis Jordan), si sviluppa a ritmo cadenzato questo melodramma fluidamente baroccheggiante nello stile visivo, registico e anche nell'ardore della passione che consuma la protagonista Lisa (Joan Fontaine), messo in scena nella Vienna di inizio 900'.

La capitale austriaca, interamente ricostruita negli studi cinematografici di Hollywood, non punta al realismo ma all'artificiosita' stilistica perfettamente integrata con lo stile elegante e "barocco" di Ophuls, che però non diviene mai estetismo fine a sé stesso, grazie anche alla stratosferica fotografia di Franz Planer, la quale proietta lo spettatore in un mondo altrove reale solo nelle coordinate spazio-temporali, ma plasmato nella sua composizione dalla macchina da presa del regista, che esprime il suo pensiero poetico in proposito nella sequenza in cui i protagonisti sono nel vagone della locomotiva del parco, dove al di fuori del finestrino scorrono paesaggi di varie località del mondo, facendo sognare Lisa e al contempo lo spettatore, poiché quest'ultimo può immergersi nella magia del cinema pagando una modica cifra per vedere proiettata un mondo si reale, ma al contempo fittizio poiché frutto di un illusione. Max Ophuls già nell'ottimo la Signora di Tutti (1934), aveva mostrato notevoli doti sia registiche che narratorie adoperando anche qui l'espediente del flashback, ma in modo molto più fluido e naturale nell'esposizione, senza calcare troppo la mano sul patetismo spinto che un po' lo aveva penalizzato nella sua avventura italiana, avvalendosi anche di un apparato cinematografico come quello della Hollywood degli anni 40' che sicuramente non era quello dell'Italia provinciale e fascista degli anni 30'.

 

Joan Fontaine, Louis Jourdan

Lettera da una sconosciuta (1948): Joan Fontaine, Louis Jourdan

 

Un sentimento espresso su carta dalla protagonista, che fa recapitare a Stefan ad inizio film, con cui enuncia tutti i sentimenti che ha provato verso di lui sin dall'età di 14 anni quando l'uomo era un giovane quanto brillante musicista che si era da poco trasferito nel caseggiato in cui abitava anche lei.

Il filo conduttore che fa nascere la passione da parte di Lisa, è la musica che proviene dalle note del pianoforte di Stefen, grazie alla quale la ragazza fantastica ogni notte fino a sviluppare un forte innamoramento; il suo primo sentimento, che in quanto mai sperimentato la strugge nel profondo e che vorrebbe coronare a tutti i costi. La macchina da presa non fa solo uso dei carrelli laterali, ma spazia anche con gru che si alzano in verticale intrecciandosi con la spirale delle scale che salgono e scendono, immagine simbolica del DNA, quindi dell'evoluzione di una ragazza che a poco a poco matura nel portamento e nella compostezza sempre più in donna pur di apparire interessante agli occhi dell'uomo. 

 

Louis Jourdan, Joan Fontaine

Lettera da una sconosciuta (1948): Louis Jourdan, Joan Fontaine

 

Si tratta di un melodramma in cui i protagonisti vivono su un contrasto inconciliabile; Lisa anche da donna ha gli occhi di una bambina, vivendo per tutta la vita un sentimento fortissimo verso l'uomo che è stato la sua prima cotta senza mai volerlo dimenticare, finendo con il proiettare un'immagine idealistica quanto non corrispondente alla realtà sulla persona di Stefen e per questo destinata alla sconfitta perché frutto di una visione adolescenziale che allo stato delle cose è irraggiungibile, mentre Stefen è una figura libertina e senza troppi scrupoli morali, che vive l'amore come un sentimento temporaneo al termine del quale poco tempo dopo neanche ricorda il volto della donna con cui è stato, forse proprio per questo motivo seppur con uno spiccato talento per la composizione musicale, non darà mai sfogo al suo talento poiché incapace di concentrarsi su un'unica cosa; tanto la donna si consuma in una passione che diviene unica ragione per dare un senso alla propria esistenza, quanto l'uomo invece le vive in maniera breve e disinteressata, come il suo talento musicale sempre meno coltivato e quindi sempre più trascurato.

Un capolavoro assoluto incompreso da pubblico e critica alla sua uscita venendo accusato ingiustamente di fornalismo, quando in realtà regia e sostanza sono fuse perfettamente, qualche difetto forse sulla gestione del segmento del tifo, ma il capolavoro non implica per forza film privo di difetti, come d'altronde imperfetta lo è anche il personaggio di Lisa che si avvale di una strepitosa Joan Fontaine abilissima nel registro di queste eroine pure e sincere nei loro sentimenti. Lettera da una sconosciuta, oggi lo si può considerare un manifesto di un cinema oramai sparito, eppure da studiare accuratamente per la descrizione tenera di Lisa persa nel suo disagio esistenziale ed un finale struggente di accettazione stoica capace di avvicinarci empaticamente anche verso personaggi fino a quel momento percepiti come distanti.

 

Joan Fontaine

Lettera da una sconosciuta (1948): Joan Fontaine

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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