Regia di Max Ophüls vedi scheda film
La sera prima di affrontare un duello che potrebbe rivelarsi mortale, un affermato pianista di mezza età, riceve la lettera di una donna sconosciuta, la quale gli rivela di essere sempre stata innamorata di lui, e gli racconta la propria storia. L’uomo capirà di chi si tratti soltanto grazie all’aiuto del suo fedele maggiordomo, poiché per lui quella donna era stata, in diversi momenti della sua vita, soltanto una possibile conquista. Il tedesco Ophüls gira a Hollywood una storia ambientata nella Vienna del 1900 e lo fa muovendo la macchina da presa secondo le cadenze leggere e malinconiche di un valzer. Per il regista è come se tutta la vita dei suoi protagonisti (che prendono vita da una novella di Zweig) fosse dominata dall’impulso amoroso, che porta la donna a focalizzare il proprio interesse su un unico obiettivo, che resta la stella polare dell’intera sua esistenza, mentre l’uomo passa di avventura in avventura, anche a scapito del suo talento d’artista, senza riuscire a distinguere l’una dall’altra le donne che sono passate per il suo letto: nemmeno quelle che gli hanno dato un figlio.
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