Regia di Max Ophüls vedi scheda film
"L'uomo posò la lettera con mani tremanti.Poi rifletté a lungo.Confuse,emersero flebili reminiscenze di una bambina che abitava nell'appartamento a fianco,di una giovinetta,di una donna incontrata in un locale notturno,ma reminiscenze vaghe e indistinte come una pietra che,sul fondo di un torrente,balugina e trema evanescente.Percepì una morte e un amore immortale:qualcosa gli si spezzò nel profondo dell'anima e,per la creatura invisibile,egli ebbe un pensiero incorporeo e appassionato come per una musica lontana."
Stefan Zweig "Brief einer Unbekannten",1922
Vienna,primi '900.Nel cuore della notte,dopo un ricevimento,il famoso pianista Stefan Brand (Louis Jourdan) ritorna a casa con due amici,che verranno a prenderlo all'alba per fargli da testimoni in un duello alla pistola con l'ufficiale Johann Stauffer (Marcel Journet),ottimo e infallibile tiratore.
Ma, entrato in casa,Brand rassicura il devoto cameriere su i suoi propositi: non ha nessuna intenzione di mantenere questo impegno e lascerà Vienna un'ora prima del suo appuntamento.
"L'onore è un lusso che solo i gentiluomini si possono permettere..."
Il cameriere gli porge una voluminosa lettera che è arrivata nella notte.Il timbro è quello dell'ospedale di S.Caterina e le prime parole lasciano sgomento il pianista.
"Quando leggerai questa lettera,forse io sarò morta.Ho tante cose da dirti e mi resta poco tempo.Avrò il coraggio di spedirtela?Non lo so...Se mai questa lettera ti perverrà,saprai perchè io sono stata tua,pur se tu ignoravi tutto di me,persino la mia esistenza.Io penso che ognuno nasca due volte:il giorno che viene al mondo e quando prende coscienza della vita."
"Con una sofisticata costruzione a flashback",accompagnata dalla voce fuori campo della protagonista,"Lettera da una sconosciuta" ripercorre le tappe di questo amore estremo,di questa dedizione assoluta ad un uomo idealizzato e del tutto ignaro di essere l'oggetto di una passione struggente e impossibile.
Dal suo arrivo nella stessa casa dove abita la giovanissima Lisa Berndle (Joan Fontaine),adolescente timida e sensibile,perdutamente ammaliata dal fascino brillante e consumato di un uomo molto amato e molto viziato dalle sue ammiratrici.
"Nulla al mondo può eguagliare l'amore di una bambina che,di nascosto,si sprigiona dall'oscurità.Solo i bambini solitari possono tenersi stretta,tutta intera,la loro passione:gli altri disperdono il sentimento nelle chiacchiere,lo logorano con le confidenze..."
Lisa ascolta rapita la musica che proviene dalle finestre aperte del suo appartamento,osserva di nascosto il via vai delle persone che lo vanno a trovare,perlopiù eleganti signore,dal volto nascosto dalla veletta,quando può va ad ascoltare i suoi concerti e segue ammirata i suoi successi.
Ma un improvviso cambiamento sconvolge la sua vita.
La madre,vedova e in ristrettezze economiche,accetta di sposare il signor Kastner,un sarto dell'esercito,che può offrirle un futuro più sereno e tutta la famigliola si deve trasferire a Linz,allora guarnigione militare.
Passa qualche anno,Lisa è diventata una bellissima ragazza che trova in Leopold von Kaltnegger (John Good) un devoto corteggiatore,ma respinge la sua proposta di matrimonio,rivelandogli di essere già impegnata sentimentalmente e,con grande rammarico dei suoi genitori,torna a Vienna,dove trova lavoro in una sartoria d'alta moda,
Ma,tutte le sere,quando esce dall'atelier,il suo unico pensiero è camminare fin sotto le finestre di Stefan Brand,nella speranza di incontrarlo.
E così avviene,senza che il pianista riconosca in lei la timida ragazzina che abitava anni prima nella sua stessa casa.
Dopo un' incantevole serata trascorsa al Prater,passeranno insieme la loro prima notte d'amore.
Ma presto Stefan l'avvisa che deve partire per Milano,per una serie di concerti al teatro Alla Scala,e che si rivedranno entro due settimane.
Il commiato alla stazione è tenero e struggente.
"E ciò che la bambina,nella sua volontà torpida e ignara,la bambina che allora aveva suonato alla tua porta,non poteva intuire,era adesso il mio unico pensiero:donarmi a te,abbandonarmi."
Ma Stefan non ritorna più da lei e Lisa mette al mondo un bimbo che alleva da sola,senza chiedere niente a nessuno,tantomeno all'uomo che continua ad amare segretamente.
Qualche anno dopo sposa Johann Stauffer,un ufficiale austriaco molto ricco,che offre a lei e al piccolo Stefan una vita lussuosa e senza problemi.
Ma una sera,andando a teatro con il marito,Lisa rivede,dopo molti anni,Stefan Brand.
"Cose insignificanti spesso determinano il corso delle nostre vite.A volte,tutti presi dai nostri problemi,non le notiamo neanche e presto si cancellano dalla nostra memoria.Ora so,che niente accade per caso.Ogni istante ha il suo peso,fino a che anche la morte appartiene al passato."
Mentre il pianista,che non suona quasi più ,la osserva ammirato dalla sua poltrona,senza però riconoscerla,Lisa lascia d'impulso il palco ed esce dal teatro,dove lui la raggiunge,chiedendole con insistenza di poterla incontrare.
In carrozza,il marito,che ha visto tutto,fa appello al suo onore e alla sua dignità,ma ancora una volta Lisa è pronta a lasciare ogni sicurezza per correre dall'uomo che ama.
Qualche giorno dopo,accompagnando alla stazione il piccolo Stefan,che riparte per il collegio,entambi si siedono per sbaglio in uno scompartimento dove ha dormito un uomo malato di tifo,e contraggono la malattia.
Sarà il bambino ad andarsene per primo,mentre a Lisa resterà il tempo di scrivere una lunga lettera all'uomo che ha sempre amato e con il quale aveva avuto un ultimo,melanconico incontro,ancora una volta senza essere riconosciuta.
Ora Stefan Brand capisce perche Johann Stauffer vuole battersi con lui e per rispetto e tardiva devozione verso questo amore generoso,folle e assoluto,decide di andare incontro al suo destino.
Dall'omonimo racconto di Stefan Zweig,sapientemente sceneggiato da Howard Koch,storia di un'ossessione amorosa consumata fino alla morte,Max Ophuls trae una splendida metafora della passione romantica,con un tocco sublime,una levità raffinata ed elegante,percorsa da quel suo sottile pessimismo sulla vita e sull'amore,spesso illusione e disincanto.
Le dissimilitudini con il racconto dello scrittore austriaco,che si accentuano nella seconda parte del film,sono intuizioni di grande sensibilità stilistica e giocano tutte a favore della sua straordinaria fluidità narrativa.
Ophuls dilata i tempi,aggiunge particolari incantevoli,come la sequenza della serata trascorsa al Prater da Lisa e Stefan,con il trenino davanti al quale scorrono paesaggi dipinti su cartapesta,illusione nell'illusione,aggiunge fascino e freschezza alla sua protagonista,grazie anche alla straordinaria interpretazione di Joan Fontaine,splendida e malinconica figura femminile,segnata da un'ossessione amorosa che,come nel racconto,la porterà fino alla morte.
E a Stefan Brand,fatuo personaggio che ha sprecato il suo talento in una vita costellata soprattutto da successi amorosi,Ophuls concede,a differenza di Zweig,la possibilità di un pentimento e di un riscatto finale.
Come sfondo,una Vienna completamente ricostruita in studio,ma non per questo meno ammaliante,grazie alle superbe scenografie di Russell A.Gausman e Ruby R.Levitt e alla splendida fotografia di Frank Planer,che ci restituiscono tutto il suo incanto.
Girato in America,dove Ophuls si era rifugiato per sfuggire alla persecuzione nazista,ma percorso da una vibrante e melanconica atmosfera mitteleuropea,"Lettera da una sconosciuta" segna "il trionfo di quel barocco fluido,capace di comunicare al pubblico le emozioni più segrete dei personaggi,attraverso le loro evoluzioni e i loro movimenti nello spazio." (Jacques Lourcelles)
L'avvolgente mdp di Max Ophuls si muove con grazia squisita attorno ai suoi protagonisti,creando un'atmosfera onirica e sognante,dove i sofisticati flashback dipanano il racconto di una devozione amorosa percorsa da un folle ed estenuato romanticismo,mentre il commento musicale è affidato alle note struggenti ed evocative di Daniele Amfitheatrof.
"Come nelle opere più belle di Ophuls,l'apparente leggerezza nasconde pessimismo,tristezza e una tenerezza vicino alla crudeltà.La scenografia è rimasta celebre come una delle imprese più difficili e intensamente poetiche della Hollywood di quegli anni." (Georges Sadoul,Dizionario dei film,1968)
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