Regia di Pino Mercanti vedi scheda film
La storia – romanzata – di cinque alpini caduti durante la prima guerra mondiale combattendo sull’Adamello, nelle Alpi della Val Camonica.
Classe 1911, il siciliano Pino Mercanti è stato un discreto mestierante del cinema nostrano attivo principalmente fra la fine della seconda guerra mondiale e i primi anni Settanta; nella fase iniziale della sua carriera si dedicò principalmente a melodrammi e cappa & spada. Sostanzialmente questo I cinque dell’Adamello rimane sempre in ambito popolare, essendo un titolo visibilmente a basso budget e alto tasso di emozioni, tale da intrattenere (e magari commuovere un po’) il pubblico meno pretenzioso e più desideroso, semplicemente, di cento minuti di svago con una bella storia, non troppo complicata, da seguire. La didascalia in apertura avverte subito che non si tratta né di una storia vera, né di una storia ispirata a una storia vera: la sceneggiatura prende spunto da niente più che una notizia – cinque alpini ritrovati sull’Adamello ibernati, quasi intatti, tempo dopo la loro morte – per ricamarvi attorno e costruire la trama della pellicola; a firmare il copione sono addirittura in sei: oltre al regista ci sono infatti Luigi Emmanuele, Giuseppe Zucca, Giorgio Prosperi, Guido Leoni e Franco Rossi. C’è tanta esperienza e si vede: la pellicola, per quanto dica poco, specie agli occhi dello spettatore di oggi, fa il suo dovere: i personaggi sono sufficientemente delineati, i dialoghi credibili, l’azione non manca; per un prodotto ‘alimentare’, può bastare così. Nel cast, fra gli altri: Nadia Gray, Walter Santesso, Fausto Tozzi, Saro Urzì, Guido Celano, Teddy Reno e Carla Boni. 3,5/10.
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