Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Parte in sordina "La terrazza sul lago", come l'incipit di una pastorale dove a poco a poco entrano in scena tutti gli strumenti a dare corpo ad una sinfonia trascinante ed intensa. Poco conta che tutto si svolga sul filo di un razzismo rovesciato, dove il poliziotto nero prende di mira la coppia mista di nuovi vicini in un crescendo di cattiveria, cinismo e paranoia. Conta invece molto l'impossibilità di far fronte al male, il vano tentativo di creare un argine a tanta cattiveria che non può non rimandare a film come "La guerra dei Roses" o "Uno sconosciuto alla porta". Così, sullo sfondo di una Los Angeles le cui colline sono avvolte nell'incendio del secolo, all'angoscia dei singoli si aggiunge un'atmosfera da inferno prossimo venturo, un lento procedere verso un finale in parte scontato ma che nulla toglie ad un film che si dimostra un buon thriller psicologico, grazie anche all'ottima interpretazione di Samuel Jackson, un viaggio nei meandri della mente prima che nelle piccole e grandi cattiverie della quotidianità.
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