La recensione su La terrazza sul lago

di supadany

6 stelle

VOTO : 6,5.

Quando si va ad abitare in una nuova casa c’è sempre un mix di emozioni.

Da un lato una nuova avventura che comincia, dall’altro un po’ di preoccupazione nella speranza che i vicini non siano insopportabili.

In questo caso una coppia mista (lui bianco rampante e poco limpido, lei splendida donna di colore) se la deve vedere con un vicino poliziotto e vedovo (interpretato da un robusto Samuel L. Jackson) che alleva rigidamente i suoi due figli (una vera e propria dittatura la sua).

Non vede di buon occhio la coppia, un po’ per i suoi pregiudizi razziali, un po’ perché l’uomo si fa le canne, un po’ perché li becca subito a dare spettacolo in piscina con i figli che si godono la scena.

Si instaura così un clima di tensione che si ripercuoterà anche nel vivo della coppia, infatti lei vuole a tutti i costi un figlio, mentre il marito vuole aspettare.

Storia non proprio originale, se non fosse per il un contesto sociologico ben delineato (personaggi scoperti pian pianino), e senza particolari guizzi, per circa tre quarti del tempo, ma funziona il vero esempio proposto di razzismo al contrario che viene motivato a tempo debito.

LaBute infatti si prende tutto il tempo necessario per realizzare una costruzione solida, non cerca continui colpi a sorpresa, ma cresce fino agli ultimi adrenalinici trenta minuti (con sullo sfondo un incendio, i cui echi aprono anche il film, che ha quasi il sapore di punizione divina) che rendono compiuto il film nel suo complesso.

Un’abbondante sufficienza, anche se da LaBute mi sarei aspettato ancora qualcosina di più nella prima parte che risulta a tratti un po’ noiosetta.

Su Neil LaBute

VOTO : 6,5.
Riesce ad essere abbastanza originale, partendo da un soggetto con poche possibilitè, lavorando ai fianchi.
Bravo nella costrzuione, anche se un pò troppo statico nella parte iniziale.