Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film
Viene da chiedersi cosa sarebbe stato L’uomo che ama senza l’uomo che ama, Pierfrancesco Favino, attore tutto d’un pezzo, spalle larghe. Caricati su di esse i difetti del film firmato da Maria Sole Tognazzi, cerca, in parte riuscendoci, di smussarli con la semplice intensità del suo corpo, della sua voce. Lui, Roberto, è un quarantenne che ama Sara (Ksenia Rappoport) e non ama Alba (Monica Bellucci), e che scopre - indossando in due tempi due facce - dolcezza e crudeltà del malheur d’amour. Poco più per una trama che ingloba due storie d’amore uguali e contrarie, in cui si ama o non si ama, punto e basta. E che, proprio per questo, avrebbe dovuto accendere, non spegnere, gli eccessi emotivi dei personaggi. Li trattiene invece la Tognazzi, rendendoli così inaccessibili. Strizza, intanto, l’occhio a Closer, ricalcandone i temi ed emulandone - senza il coraggio necessario - la struttura. Sorta di decostruzione circolare che malauguratamente non prevede imprevisti. Plauso ai ruoli piccoli. Marisa Paredes, Piera Degli Esposti e Arnaldo Ninchi, come Favino, schiacciati anche loro. Ma i personaggi che interpretano li vorresti ritrovare, liberi di commuoversi, da una altra parte.
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