Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film
L'interscambiabilità dei ruoli in amore.Due storie speculari,lui ama lei ma non è riamato,lei ama lui ma lui non riesce a farlo con lei.Tutto finisce in una strada o in un anonima stanza.E una inaspettata struttura a flashback incornicia un film che finisce dove inizia,delimitando un cerchio perfetto,l'alfa e l'omega si sfiorano fin quasi a toccarsi.Questo in sintesi quello che succede in questo film della figlia d'arte che a leggere i titoli di testa si circonda di altri figli d'arte.Ma non importa più di tanto,il film si colloca tra la muccinata DOC e qualcosa di meglio,ai limiti dell'autorialità.Il risultato fortunatamente non tocca vette di atrocità tipiche del nuovo cinema italiano finto autoriale ma resta un po'nel guado.Non dispiace,non indigna ma non colpisce come dovrebbe.Guarda a modelli internazionali,usa benissimo gli spazi e le geometrie di una città algida come Torino,usa benissimo i silenzi ,la voce,il corpo e lo sguardo di Pierfrancesco Favino,vero deus ex machina di questo film.Senza di lui il castello di carte costruito da Maria Sole Tognazzi,bello e allo stesso tempo fragile,crollerebbe miseramente.E il film dà l'idea di essere un operina fatta con discrezione,anemica,un compitino esangue ben fatto da un alunna più abituata alla compilazione che alla creazione di qualcosa di veramente nuovo.Gli attori sono diretti bene,stupisce il lavoro sulla voce e sull'accento di un altrove smisurata Monica Bellucci mentre la Rappaport a mio parere non incide più di tanto.Bravi anche gli altri attori nei ruoli secondari dalla Paredes farmacista che sopravvive con filosofia,a Ninchi a Piera Degli Esposti,tutte maschere rassicuranti che formano una bella cornice....
il film è un collage di quadretti singolarmente ben visualizzati.L'insieme è però esangue....
se non ci fosse lui non ci sarebbe neanche il film
meglio che in altre occasioni
non incide come dovrebbe
deliziosa in un personaggio di contorno
ottima
bravo e austero
non male
particina
ok
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