Regia di Ridley Scott vedi scheda film
“Devi decidere da quale parte della croce stai: o pianti i chiodi, o stai appeso”.
I differenti modi di intendere la caccia ai boss di Al Qaeda, da parte della CIA, si riassumono nelle figure contrastanti dell’agente sul campo tutto scrupoli e cuore pulsante, Roger Ferris (Leonardo Di Caprio), e in quello, freddo e spregiudicato, che opera on line e con utilizzo di droni spara missili mentre cura le faccende di famiglia, Ed Hoffman (un Russell Crowe visibilmente sovrappeso), che è pure il capo del primo.
Differenti metodi per un unico risultato: quello di reagire e trovare una soluzione agli attentati che dal Medioriente si prefiggono di minare la tranquillità e il quieto vivere di un Occidente nel quale tali paesi ritrovano l’essenza del male
che può sconvolgerne costumi e scelte di vita.
Due prospettive, due sguardi: quello implacabile dall’alto di un uomo un po’ bolso (Crowe) che non ha nulla di marziale per raffigurare un micidiale combattente, come dimostrano i risultati che ottiene, e uno (Di Caprio) con il corpo insanguinato dei segni della lotta sul campo, e che vive la sua battaglia in balia di un pericolo più tattile ed epidermico.
Ma anche due mondi: l’Occidente supponente e risolutore che si erge a bene assoluto, e un Medioriente colpevolizzato a priori, invaso e snaturato, che tenta di vendicarsi con azioni e attentati a sorpresa.
“Voi arabi avete inventato l’algebra, ma noi americani l’abbiamo usata…”.
Dal romanzo di un giornalista di guerra del Washington Post, David Ignatius, lo sceneggiatore William Monahan trae uno script teso e forse sin troppo complesso e caotico che, tuttavia, permette a Ridley Scott di dar sfogo a tutta la sua potenza visiva e di ripresa. Lasciando che le molteplici telecamere del suo set forniscano l’occasione per catturare al meglio quel senso di azione impellente e cruciale che il montaggio frenetico sa assemblare in modo opportuno. Permettendo allo spettatore di giostrarsi tra location sempre diverse e situazioni piuttosto complesse, senza tuttavia smarrire quel senso di azione che pervade nelle molte scene che contraddistinguono la caccia all’attentatore.
Il film può contare sulla carismatica coppia Di Caprio/Crowe, a cui si aggiunga l’ottimo Mark Strong nel ruolo del capo dell’intelligence giordana Hani Salaam, oltre la bella infermiera Aisha, resa con pathos dalla star iraniana Golshifteh Farahani.
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