Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Crisi della borghesia rampante: quanti film sono passati anonimamente attraverso simili tematiche, quante volte ci è toccato subire le storie disperate di individui socialmente ed economicamente benestanti alle prese con piccole e grandi tragedie quotidiane? Il romanzo da cui parte questo film di Ozpetek, anche sceneggiatore insieme a Petraglia, è il banalissimo, omonimo best seller di Melania Mazzucco (2005), trasportato sulla pellicola con l'enfasi ed il gusto spiccato per il patetico che sono riconosciuti al regista di origine turca. Come spesso accade, nei film di Ozpetek le cose migliori sono il cast e le musiche: qui il reparto attori vede impegnati nomi del calibro di Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Isabella Ferrari, Nicole Grimaudo, Milena Vukotic e Valerio Binasco; mentre la colonna sonora è opera di Andrea Guerra, figlio del poeta Tonino ed assiduo collaboratore del regista fin dai tempi delle Fate ignoranti (2001). Impossibile dire male di Ozpetek sotto il profilo tecnico, impossibile dirne bene per le storie che sceglie di andare a rappresentare; qui prevale un maschilismo di fondo che pare voler denunciare un certo patriarcato o comunque una carica 'machista', sia pure in declino, ancora prevalente nei rapporti quotidiani dell'Italia del terzo millennio. Tutto molto scontato (tragedia finale annessa), al di là della bella messa in scena. 5/10.
Dalla crisi di una coppia che ha recentemente divorziato (cosa che lui non riesce ad accettare, mentre lei si sta già ricostruendo una vita) si dipanano le storie in crisi di numerosi personaggi che circondano i due.
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